DA PINOCCHIO ALLA GUERRA "Non tutto si può prevedere"

Curatori della mostra Massimo Diodati e Elena Beloborodova, per la Russia.  dal 01/05/2021 al 31/05/2021

ONLINE Associazione NOI CHE L'ARTE Giuseppe Bottalico 98 BARI (BA)


DA PINOCCHIO ALLA GUERRA Non tutto si pu#242; prevedere Una particolarità insolita: Tutte le mostre di questa associazione, possono essere viste, lette ed ascoltate utilizzando una APP gratuita, una nuova fruizione sensoriale dei contenuti delle mostre, fornita da eXibo (scaricabile su smartphone Android e Apple, attivando e inquadrando il qrcode che figura su la comunicazione della mostra). Curatori della mostra Massimo Diodati e Elena Beloborodova, per la Russia.

Proprio come un inviato di guerra, con gli occhi indagatori, ma mai indifferenti
alle brutture di ciò che osserva, Raffaella Del Giudice traspone nelle sue opere,
con la stessa sofferenza degli attori di un evento bellico, la verità più realistica e
pregna di pathos. Gli sguardi dei bambini, l’incredulità dei “pinocchio” e i
ricordi personali si trasferiscono nei cieli carichi e quanto mai turbati da quanto
coprono con le loro nuvole inquiete, dai mari solcati da vascelli di carta, alle
memorie custodite nei cassetti dei ricordi. La padronanza del segno e dei colori,
confermano che la sua arte va dall’illustrazione al ritratto, dal sogno alla realtà
con eguale dominio alla liberazione delle emozioni più profonde.
MASSIMO DIODATI



Le persone “mentalmente sane” hanno sempre saputo che è impossibile
prevedere il futuro. E la “condizione attuale” e il periodo che viviamo, hanno
dimostrato che non possiamo essere sicuri nemmeno che domani la Puglia non
cambierà colore in Italia o che i giorni lavorativi in Russia, improvvisamente
saranno dichiarati non lavorativi. Ebbene, proviamo ancora di più ad
abbandonare le nostre presunzioni di poter presagire il futuro e trarre spontaneo
piacere nell'immergerci nelle speciali opere di Raffaella del Giudice.
ELENA BELOBORODOVA


«Il segno grafico puro di Raffaella Del Giudice esprime un sentire universalmente leggibile, eppure
fortemente ancorato alla sua latitudine “mediterranea” e alla contemporaneità del tempo.
Modernissimo, composito, snello e pieno allo stesso tempo, il suo linguaggio sazia gli occhi e
stimola la mente accompagnando il fruitore delle opere verso il centro del proprio mondo emotivo
che, fondendosi con quello di Raffaella, restituisce un impatto di grande forza. L’impegno calato nel
mondo quotidiano, senza la barriera di un confine geografico, esprime il bisogno della Del Giudice
di sentirsi “presente” come essere umano e come artista in un contesto in cui l’inclusione è una
delle parole d’ordine, dove i problemi non hanno più una bandiera e/o una lingua distintiva,
separativa, ma dove anche la sofferenza diventa preziosa occasione di “unione”, empatia,
compassione, e soprattutto “spinta” a superare le divisioni verso un orizzonte non diritto come un
taglio ma curvo, come un dolce e materno abbraccio.»
SABRINA DEL PIANO


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