Visitazioni

mostra di pittura e poesia ispirata alle tematiche di A. Canova  dal 12/09/2010 al 10/10/2010

  Possagno (TV)


Visitazioni VISITAZIONI

Introduzione alla mostra



La mostra Visitazioni nasce dall’ammirazione congiunta dei modelli di Canova esposti presso l’omonima Gipsoteca e dalla conseguente volontà di ritornare a percorrere in chiave poetica e pittorica i temi e le forme dello scultore . L’arte di Canova ricrea miti ed eroi della classicità colti ora nelle loro più armoniche proporzioni corporee (Amore e Psiche), ora negli attimi estremi di forza e potenza (Ercole e Lica).
Molti si chiedono oggi se si possa ancora parlare di arte in riferimento ad opere figurative, come se tutto, attraverso le immagini, fosse già stato raccontato, come se l’artista per definirsi tale dovesse giocoforza abbandonare pennelli e tavolozza, dimenticando forse che, come scriveva Winckelmann nei Pensieri sull’imitazione dell’arte greca, “l’unica via per divenire grandi e, se possibile, inimitabili, è l’imitazione degli antichi”, ove imitazione corrisponde a ispirazione.
La ricerca pittorica di Elena Candeo, pittrice padovana del 1979, utilizza i mezzi propri della tradizione, il disegno in primis, padre di tutte le arti e mezzo per eccellenza del bozzetto, ovvero dell’opera d’arte nel suo nascere e nel suo divenire.
La dimensione in cui i soggetti sono inseriti ricorda , per l’indeterminatezza topografica e temporale, proprio la dimensione del mito, filo conduttore del percorso espositivo, a cui è dedicata la prima opera esposta in mostra; opera paesaggistica che fa da sfondo a tutte le altre legandole a sé in un percorso d’osservazione circolare fatto di luci e di ombre, una sorta di eterno ritorno del tutto simile al ciclo della natura. Un percorso circolare tenuto insieme non solo da richiami tematici ma anche, e soprattutto, dal tratto grafico stesso.
Come negli antichi miti di natura, le immagini delle opere esposte tendono a subire un processo di metamorfosi, un cambiamento di stato in cui nulla si distrugge ma tutto perennemente si trasforma sotto la potenza creatrice del segno grafico.
Il mito è per definizione un racconto, una favola , una storia di divinità dalla sembianze umane che cela un apparentemente invisibile significato che si rivela alla fine a chi attentamente osserva, non a caso le opere sono accompagnate da testi poetici che ripercorrono le vicende di Endimione, Adone e Psiche. La dimensione del mito è sovente sospesa in un mondo né totalmente reale, né totalmente fantastico, una dimensione in molti casi simile ai momenti di sospensione tra sonno e veglia. Il sonno, cui una cospicua parte di opere e dedicata, è un attimo di sospensione dalla vita in cui i lineamenti si distendono conferendo al volto una bellezza che alcuni anelano a rendere eterna. Eterna come l’anima che, nell’ideale socratico, prima o poi dal corpo come un soffio si allontanerà.
Il sonno è allontanamento dalla vita, un vuoto da cui ritornare, una morte da cui rinascere, un ciclo che eternamente di ripete, tanto nell’uomo, quanto nella natura.
Le opere ispirate al sonno lo rappresentano sia come momento di sospensione tra realtà e irrealtà, vita e morte (ispirandosi al gruppo scultoreo di Amore e Psiche), sia come dispensatore di eterna giovinezza (ispirandosi allo splendore immortale dell’ Endimione canoviano). Infine il sonno quando diventa buio imperante, ma non totale, rappresenta la morte , una morte non eterna ma vinta dalla forza lucente della bellezza che ritorna silenziosamente a fiorire in natura come si evince nelle opere di natura ispirate all’ appassionato gruppo scultoreo di Venere e Adone.
Le opere sono volutamente senza titolo, così da evitare ogni restrizione alla progressione di senso circolare.
L’eterna giovinezza è un sogno, vive nel sogno di chi s’addormenta, temporaneamente si perde nelle tenebre per tornare alla realtà perché l’artista alla realtà la sa ricondurre. L’arte è nascita e creazione di ciò che già da qualche parte vive, così fu per Canova, così può essere oggi anche per l’arte contemporanea.







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