La Decadenza del mito

Esposizione delle opere di Enrico Pambianchi  dal 15/11/2017 al 13/12/2017

Galleria Pisacane Arte Via Carlo Pisacane, 36 Milano (MI)


La Decadenza del mito La mostra sarà composta da una ventina di lavori dell'artista ferrarese Enrico Pambianchi che celebrano, attraverso la figura retorica del sarcasmo - tipica del lavoro dell'autore - la decadenza di miti, eroi, supereroi e celebrità, rispetto alla loro "icona".
Storie sotto forma di immagini, rese amare dalla pungente ironia della mano del pittore volta a schernire i soggetti che hanno polarizzato le aspirazioni di epoche passate. Eroi, miti, protagonisti di fumetti, personaggi umani dotati di capacità fuori dal comune, modelli da imitare, con vicende dai risvolti terribili o patetici, divengono elementi ordinatori di quadri costruiti con turbinii di forme apparentemente senza senso.

Nei lavori di Pambianchi, tutte queste figure s’intrecciano. Colonizzatori, civilizzatori, mezzi di aspirazione di popoli e culture - volti ad identificare la propria grandezza -sono narrati attraverso immagini sarcastiche, in cui frasi, epitaffi, locuzioni insolenti e scene chimeriche, danno un senso di tempo sospeso in una azione finita.
Nel Medioevo, ad esempio, era consuetudine la narrazione di storie sacre, "La Bibbia dei Poveri", realizzate attraverso sequenze talvolta accompagnate da parole scritte che fuoriuscivano direttamente dalla bocca dei personaggi. Un esempio particolare è il cosiddetto “Fumetto di San Clemente”, risalente al XI secolo, nella Basilica Inferiore di San Clemente a Roma.
Un’emanazione di decadimento circonda i protagonisti delle opere. Un senso di declino, dato da ritocchi e ricostruzioni ad olio, carboncino e sanguigna, governa la semantica delle composizioni. Scene mai realizzate s’innestano nelle sequenze filmiche di alcuni quadri per generare nuovi fotogrammi dove le figure si prendono gioco dell'osservatore. L'eroe decadente si rinchiude in se stesso cercando di ascoltare quelle voci interiori e quelle folgorazioni che lo portano a trovare le "corrispondenze" che collegano in modo misterioso tutte le cose, abbandonandosi all'empatia.
Il senso di disfacimento e di beffarda fine, trasmesso dalle opere all'osservatore, esalta una pulsione di raffinatezza ed eleganza di momenti emblematici in un’azione allo stremo che si esprime in forme quintessenziali.
PROFILO DELL'AUTORE ENRICO PAMBIANCHI: artista ferrarese classe 1969, da sempre ricercatore instancabile e insaziabile di relazioni tra opera compiuta, soggetto raffigurato e materiali di lavoro (tele di cotone, garze, corcoro, tavolette, cartoni, olii, gessetti, carboncini, sanguigne). Inizia negli anni '80 con una pittura figurativa di matrice classica riprodotta a gessetti, olio e carboncino. Disegna satiri, corpi umani nerboruti, cavalli imbizzarriti. Ridisegna, grazie alla sua sapiente mano, i capolavori di Michelangelo, Dalì, Bacon. Influenzato dal linguaggio del suo amico ma soprattutto precettore, l'artista modenese Wainer Vaccari, al quale dedica un ritratto ora custodito nella Collezione di Vittorio Sgarbi, riproduce San Sebastiano e Polifemo fino all'ossessione. Verso gli anni '2000 i corpi e i volti iniziano a deformarsi. Si mescolano in lui tecniche e punti di vista differenti che vanno dal '500 al '900. Ama le corride, dipinge i toreri e il loro sangue, fino a farne trasudare le tele. Inizia un percorso da agnostico, miscredente iconoclasta, ridisegna visi, corpi e scene in cui intravvede iperboli di deformità definendo un linguaggio o uno stile identificabile come “iperrealismo visionario”. Influenzato dai personaggi dei fumetti, dalle icone della storia, del cinema, e dell'arte, crea una sintesi tra tecnica e soggetto, rivisitando e mutando tempi, scene e figure come Frankenstein, Capitan America, Patty Smith, Moira Orfei, Innocenzo X, scene di Velazquez e protagonisti delle opere di Rembrandt. I suoi lavori, frutti di improbabili visioni e minuziosa tecnica, sono metafore di un umorismo sottile e tagliente. In questo ultimo anno ha iniziato una nuova produzione di opere costruendo i grandi cartoni d'arazzo.


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