Thomas Lange | Mutsuo Hirano _ Spital

Thomas Lange | Mutsuo Hirano _ Spital  dal 21/04/2018 al 21/05/2018

SMMAVE Via Fuori Porta San Gennaro 15 Napoli (NA)


Thomas Lange | Mutsuo Hirano _ Spital THOMAS LANGE | MUTSUO HIRANO
Spital
a cura di Davide Sarchioni e Massimo Tartaglione
21 Aprile - 21 maggio 2018
SMMAVE Centro per l'Arte Contemporanea
Santa Maria della Misericordia ai Vergini
Via Fuori Porta S. Gennaro 15 - Napoli
Inaugurazione sabato 21 aprile, ore 18.30
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SMMAVE Centro per l'Arte Contemporanea presenta Spital, il doppio progetto
di Thomas Lange e Mutsuo Hirano dedicato rispettivamente agli spazi della
Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini e ai sottostanti ambienti
ipogei, con la cura di Davide Sarchioni e Massimo Tartaglione.
Da diversi anni Thomas Lange (Berlino, 1957) e Mutsuo Hirano (Hyogo, 1952)
collaborano a progetti di ripristino e di allestimento di importanti architetture
come chiese, scuole e abitazioni private attraverso interventi dal forte impatto
estetico ed emotivo, condividendo una personalissima idea di spazio fisico e
culturale in cui elementi architettonici, pittorici e plastici risultano
indissolubilmente legati tra loro.
Spital, termine tedesco traducibile con ospedale, evidenzia l'intenzione dei due
artisti di riflettere sulla storia del luogo, quando già nel XVI secolo i locali del
complesso di Santa Maria della Misericordia ai Vergini furono destinati ad
ospedale per accogliere sacerdoti, poveri e pellegrini o quando gli ambienti
sotterranei dell'antica chiesa vennero utilizzati per la sepoltura con funzione di
“terrasanta”.
A partire da tale riflessione, Lange e Hirano hanno realizzato due installazioni
distinte come parte di un unico e complesso itinerario visivo e spirituale,
articolato intorno ai concetti di vita-morte-rinascita, che procede per sequenze
e piani di lettura stratificati caricandosi di continue tensioni e molteplici
rimandi legati alla storia dell'arte, alla mitologia, all'attualità.
Thomas Lange rilegge gli spazi della chiesa della “Misericordiella” con una
grande installazione d'impianto teatrale ed altamente suggestiva che ne
enfatizza l'impaginazione barocca, esaltandone gli aspetti sacrali e vitalistici. La
pittura deborda nello spazio tridimensionale attraverso metri di tessuto dipinto
che, cadendo vertiginosamente dall'alto verso il basso ai lati della navata,
veicola il fluire di colori e motivi tratti liberamente dall'iconografia cristiana,
intrecciandosi fra le pieghe sinuose fino a risultare quasi indecifrabili. Al centro
della scena sono disposti con apparente casualità 15 Letti di ospedale,
elementari strutture in ferro ricoperte sommariamente da altrettanti lembi di
cotone/lenzuola su cui sono stati dipinti ritratti di amici e famigliari, quale
riferimento al problema dell'immigrazione clandestina e dell'accoglienza.
Chiude la sequenza l'immagine del volto di un Cristo dipinto su un'ampia rete
metallica che, avvolgendo l'altare maggiore, lo nasconde e lo rivela al tempo
stesso, innescando un corto circuito visivo che vuole insinuare l'idea di una
dimensione magica e mistica.
Negli ambienti ipogei, Mutsuo Hirano si è dedicato invece a costruire
un'affascinante visione interculturale dedicata al tema della morte e dell'
“accoglienza” nell'Aldilà, collocando numerosi e diversi busti di terracotta nelle
nicchie laterali un tempo utilizzate per esporre i corpi dei defunti. Si tratta di
figure sconosciute e dal sapore arcaico che esprimono misteriose simbologie e
rappresentano demoni/custodi modellati attingendo liberamente sia dal
bagaglio iconografico occidentale, sia ai segni e alle tradizioni della cultura
orientale, la cui anatomia suggerisce un lento processo di trasformazione e di
decomposizione della carne. La serie dei 50 teschi bianchi collocati in fondo,
non solo segnala il luogo della “terrasanta” ma, riallacciandosi ad una
significativa tradizione popolare, rende omaggio alle anime dei defunti
accogliendo l'idea della rinascita legata alla Resurrezione. Hirano intende però
esprimere il concetto di "rinascita" anche attraverso un approccio animista a
cui è dedicata la stanza attigua, dove grandi parallelepipedi di terracotta simili
a lapidi piantate nel terreno, nascondono volti simbolici la cui epidermide si rifà
ad elementi naturali, quali pietre porose, cortecce degli alberi e foglie.
Tra la vita e la morte, tra l'“adiquà” dell'esistenza umana e l'”aldilà”
dell'essenza spirituale Lange concepisce una “Porta del paradiso”, vecchie
porte di lamiera di ferro sulle quali l'artista ha dipinto un romantico
ricongiungimento tra Orfeo e Euridice. Hirano risponde con la visione trionfante
di un Profeta dorato abbigliato con un sontuoso e coloratissimo Kimono nuziale.


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