Artisti di rilievo Nazionale (7° edizione)
Suggerimenti e proposte per un nuovo collezionismo
dal 12/05/2018 al 31/05/2018
Galleria d'arte contemporanea Studio C via Campesio, 39 Piacenza (PC)
Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
cell:348-8703060
e mail: studio.c.immagine @gmail.com
Alla Galleria d’arte Contemporanea STUDIO C di via Gioavanni Campesio 39 si ripete anche quest'anno, ed è la settima edizione, “Artisti di rilievo Nazionale, suggerimenti e proposte per un Nuovo Collezionismo” la prestigiosa Rassegna da me ideata, seguita e commentata.
Iniziata nel 2012 e proseguita poi negli anni successivi, questa manifestazione si è gradualmente imposta all'attenzione della critica più attenta e qualificata, di Enti ed Istituzioni di prestigio riuscendo ad inserire diversi dei suoi artisti in mostre di rilievo Internazionale quali “Triennale di Roma” e “Biennale Internazionale d'Arte di Venezia”.
Una manifestazione, questa dello “Studio C”, che è particolarmente attesa e seguita da appassionati e collezionisti perchè ha sempre proposto nomi ed espressioni di alto spessore e qualità, che in seguito si sono imposti anche sul mercato.
Anche questa edizione, dunque, ha come scopo fondamentale quello di presentare ad appassionati ed operatori un gruppo di artisti che, per la qualità della loro espressione e per il curriculum artistico fin qui manifestato, siano in grado di offrire ampie garanzie per imporsi, a breve o medio termine, sulla ribalta nazionale.
Questi i nomi degli artisti selezionati e le province di provenienza: Manuela Andreoli (CO), Michelangelo Badini (PC), Sabrina Cardini (SP), Venere Chillemi (TO), Alessandro Docci (MB), Emanuela Franchin (VE), Francesco Spatara (NU).
Manuela Andreoli (CO): nata a Valsolda (CO) dove anche oggi vive e lavora, Manuela Andreoli è un’artista di ricerca seriamente impegnata a dare corpo e voce a colori e materia che, nelle sua mani, acquistano valori e significati alti facendosi linguaggio estetico nuovo e contemporaneo. Arte intensa e sentita, quella dell’artista lombarda, quasi un prolungamento della sua stessa vita, un bisogno autentico di esternare emozioni, sentimenti e stati d’animo per un’espressione tutta d’istinto, libera e creativa, al di fuori degli schemi accademici, quasi un atto liberatorio, un’esigenza intima di trasmettere messaggi e farsi veicolo di comunicazione. E la sua autonomia e la sua libertà, unita ad una fervida e poetica vena creativa, è così giunta all’attuale espressione fatta prevalentemente di gesto e colore, di segni e percorsi dal forte valore simbolico. Corpo, mente e spirito sono gli elementi fondamentali di ogni sua creazione, il filo conduttore della sua filosofia artistica quasi a voler rimarcare l’indissolubile complessità umana, l’alto valore dello spirito, il prezioso equilibrio della mente. Spesso, nelle sue opere, si notano improvvise aperture e squarci di profondità che aprono a mondi sconfinati, simbolo e metafora dell'ignoto e dell'inconscio, ma anche, e soprattutto, dell'umano esistere e della precarietà dei nostri giorni. Pittura in movimento, viva e dinamica ed esaltata sempre da scelte cromatiche sapienti, da colori morbidi e vellutati.
Michelangelo Badini (PC): artista piacentino che vive e lavora a Carpaneto, Michelangelo Badini è già molto conosciuto e apprezzato per la sua intensa attività che lo ha visto protagonista di mostre prestigiose in tutta Italia, in molte capitali d’Europa e negli Stati Uniti d’America. Di lui si sono inoltre occupati, in diverse occasioni, critici illustri e importanti organi di stampa. Interessante e complesso il suo percorso artistico che nell’arco degli anni ha conosciuto varie fasi e vari momenti: dopo un periodo espressionista caratterizzato da colori forti e volute deformazioni anatomiche, il nostro artista ha sentito poi il fascino dell’impressionismo e dell’equilibrio tonale iniziando una serie di dipinti di straordinaria qualità poetica ed estetica. Si tratta di opere ispirate alla natura, vedute di angoli caratteristici, di paesaggi delle nostre vallate. C’è poi l’ultimo periodo di Michelangelo, forse quello meno conosciuto: è il periodo della sintesi grafica e geometrica, quando l’artista abbandona quasi del tutto la rappresentazione della realtà per concentrarsi prevalentemente sulla composizione geometrica dello spazio, sullo sviluppo della forma e del colore, sulla libertà del segno. Artista di grande sensibilità, Michelangelo Badini e capace di produrre opere dove modernità e tradizione trovano sempre il giusto equilibrio e la necessaria fusione.
Sabrina Cardini (SP): il mio incontro con l'arte di Sabrina Cardini è stato puramente casuale ed è avvenuto nel corso di un mio breve soggiorno a San Terenzo, golfo dei poeti. Sono stato colpito dalla libertà espressiva di quest'artista, dal suo gesto spontaneo e deciso, dalla gamma cromatica delle sue composizioni. Dipinge da una vita, Sabrina, fin da quando era bambina e il colore, con la sua magia e il suo fascino segreto accende i sogni e la fantasia. Poi è iniziato il periodo della ricerca, ricerca della forma e del colore, dei toni e delle profondità. C'è stato anche, nella formazione di Sabrina, l'incontro con le Avanguardie Storiche ossia con quei Movimenti che, a partire dagli inizi del novecento, hanno profondamente modificato tutto il percorso dell'arte e l'interpretazione della realtà. Astrattismo e Informale sono senza dubbio i due movimenti che maggiormente hanno influenzato l'espressione della nostra artista che oggi è giunta ad un'espressione libera e pulita, fatta prevalentemente di gesto, segno e colore. Pittura intensa e tutta d'emozione, quella della nostra artista, che ha ormai superato gli angusti limiti della descrizione per concentrarsi quasi unicamente sull'ascolto interiore. I suoi soggetti sono creazioni della mente, sogni e racconti, visioni fantastiche, ricerca costante di bellezza ed equilibrio. In queste opere le forme dell'artista ligure vibrano di emozioni, si muovono tra ignoto e realtà, creano di frequente una straordinaria fusione tra mondo visibile e mondo invisibile rivelando un desiderio infinito di pace e armonia interiori.
Venere Chillemi (TO): Atteso ritorno di Venere Chillemi a Piacenza dove vanta un nutrito numero di estimatori che, ormai da diversi anni, si sono appassionati ai suoi studi e alla sua ricerca, al suo mondo espressivo e alle sue proiezioni all’interno dell’animo umano. Una ricerca, quella dell’artista piemontese, che non conosce sosta e che, pur nella coerenza e continuità, ha sempre presentato mutamenti ed evoluzioni di grande interesse. Prima Espressionista e poi Surrealista, Venere Chillemi è giunta oggi ad una maturità straordinaria che si manifesta attraverso una gestualità istintiva e spontanea di matrice informale supportata da una scala cromatica luminosa e potente. Pittura tutta dedicata allo spazio, alla magia delle galassie, alle profondità siderali. Da fondi scuri e raccolti si dipartono vere e proprie esplosioni di colore, improvvise aperture e squarci di profondità che aprono a mondi sconfinati, simbolo e metafora dell’ignoto e dell’inconscio. Ultimamente la nostra artista torna a stupirci con una nuova produzione e un nuovo percorso di ricerca che, nell’intensità cromatica e nei risultati estetici sembra rivolgersi non tanto e non solo allo spazio, all’esplorazione del cosmo e dei suoi infiniti spazi, ma ad altri luoghi e altre realtà, forse a verità purissime ed assolute ben lontane dall’umano pensiero e dalle umane potenzialità.
Alessandro Docci (MB): quella di Alessandro Docci è una personale e singolarissima espressione Informale fatta prevalentemente di segno, gesto e colore. Ormai da diversi anni l’artista lombardo è impegnato ad un ambizioso progetto che ha come obiettivo fondamentale quello di intendere e concepire l’arte come linguaggio universale capace di unire culture e tradizioni diverse, strumento di pace e libertà, veicolo di serena convivenza e di civile progresso. Da questo progetto, dunque, nasce e prende vita la serie di dipinti ispirati e dedicati alle città, a quelle italiane, prima di tutto, e poi a quelle di tutto il mondo. I suoi dipinti, pertanto, si presentano come mappe, visioni prese dall’alto in versione satellitare, ma trasformate e modificate poi dal magico intervento della pittura e da una sua felice intuizione: quella di inserire, all’interno di ogni dipinto, un vero e proprio alfabeto, un codice espressivo, un insieme di lettere, verosimili o immaginarie, che nella loro conformazione grafica, attingono alla cultura della città rappresentata. Espressione fortemente coinvolgente, quella di Alessandro Docci, soprattutto oggi che viviamo tempi di grandi immigrazioni, di esodi biblici, di nuovi e diversificati incontri.
Emanuela Franchin (VE): nata e residente a Vigonovo (VE), Emanuela Franchin è un’artista di lunga esperienza e dall’ampio e articolato curriculum critico-espositivo. Tra le sue innumerevoli esperienze anche l’adesione al “Metaformismo” di Giulia Sillato per la sua straordinaria capacità di interpretare la forma, per la libertà del gesto e la fluidità del segno. Dopo un avvio figurativo, caratterizzato da un’espressione di carattere prevalentemente naturalistico, la nostra artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche, dell’Espressionismo lirico e dell’Informale, soprattutto, iniziando quindi una profonda metamorfosi tecnico-espressiva, una fase di straordinario mutamento estetico-formale fatto di colore, gesto e materia. Ne sono chiara dimostrazione le due opere che l’artista presenta in questa rassegna: si tratta di dipinti tutti ispirati all’interiorità, all’ascolto delle voci misteriose e segrete dell’animo umano. Qui la stesura è corposa e materica, ma il risultato finale risulta delicato e leggero, sensuale e poetico. C’è, in questa artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione veneta, riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica.
Francesco Spatara (NU): nato a Lamezia Terme (CZ), si è successivamente trasferito in Sardegna dove occupa la cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Lanusei. Il territorio selvaggio e fascinoso dell’Ogliastra e poi la magica atmosfera dell’isola hanno influito positivamente sull’animo del nostro artista alimentando la sua già straordinaria vena creativa e il suo innato desiderio di indagare la natura umana, le emozioni, i sentimenti. E forse è proprio da questi presupposti che nascono e prendono vita le sue opere tutte rivolte all’interiorità e al percorso esistenziale. Espressione intensa e senza cedimenti, quella di Francesco Spatara, sostenuta sempre da grande rigore e cultura, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità, ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle Avanguardie Storiche. Pittura fortemente Espressionista, questa, autentica e severa, fatta di gesto e materia e talmente sintetica ed essenziale da rasentare l’espressione Astratta perché i personaggi che Francesco ci rimanda non sono figurativamente riconoscibili né facilmente identificabili. Di essi, infatti, a lavoro ultimato, non rimane altro che la forma, il fiato, il timido e sommesso respiro
La Rassegna, che sarà presentata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, terminerà il 31 maggio
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura