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Annalisa Mitrano torna a Milano con una mostra personale che intende presentare i suoi ultimi lavori tesi ad indagare i nodi cruciali della contemporaneità.
L'artista da lunga data ha saputo creare un proprio linguaggio artistico in grado di prendere con sé le coordinate e le istanze del vivere e restituirle in una personalissima fusione di classica eleganza ed attualissima, del tutto originale, concretizzazione formale e materica.
Annalisa realizza composizioni dal saldo impianto tridimensionale che divengono però leggere all’occhio e sottilmente pulsanti dentro il sentire dell’osservatore, in un’inedita percezione estetica e sensoriale dove la fisicità si dilata e diviene suadente poesia.
Ciò che colpisce di questi lavori è proprio l’essere ciascuno una struttura densa e corporale che subito però si dissolve e dinamizza in una stupefacente fluidità espansa e leggera, anche traslucida o quasi impossibilmente trasparente, omologa alle dematerializzazioni di questo terzo millennio.
La mostra mette abilmente a confronto nodi materici e poetici, strutture e significati, anche dentro una stessa opera, donando capacità di letture polisemiche che s’affacciano con un aggraziato ma ben coinvolgente fremito sulle urgenze della quotidianità.
Nel loro gocciolare inusitato ma riconducibile a visioni del mondo terreno, e nel gioco perfetto dell’accostamento di figure che divengono anche intuitiva metafora, le installazioni della Mitrano veicolano tutta una serie di messaggi etici ed esistenziali d’immediata comprensibilità per il più ampio pubblico, che vi recepisce il grido icastico, l’allarme crudo ed essenziale di un qualche disagio espresso pure nel titolo.
Nel loro complesso, l’avvicendarsi di questi lavori si configura pertanto come un respiro plastico del nostro tempo, un sollevarsi gentile ma imperioso, a volte anche drammatico, spesso commovente, dei problemi e dei pericoli che caratterizzano la nostra epoca, in particolar modo in ambito sociale ed ambientale.

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