Enrico Tealdi - "Concerto per carillon"
solo show
dal 15/11/2018 al 09/02/2019
Galleria Francesca Antonini arte contemporanea via di Capo le case, 4 Roma (RM)
L’artista ha concepito in questa occasione un progetto modulato appositamente per lo spazio espositivo, in cui alle carte leggere e intime che contraddistinguono la sua ricerca si affiancano opere di grande formato e installazioni ambientali. Una serie di lavori inediti, dedicati al paesaggio che si fa visione, ricordo e atmosfera sognante.
Il titolo della mostra Concerto per carillon, introduce la volontà alla base del progetto: un gioco di risonanze e cambi di scala, in cui al raccoglimento dei piccoli paesaggi fa da contrappunto una grande tela sospesa nello spazio — quasi una quinta di ispirazione teatrale — un fondale che amplifica la portata della visione dell’artista e spinge lo spettatore a entrare in un nuovo rapporto fisico con l’opera. La poetica di Tealdi si rende così magniloquente, non perdendo, nel passaggio di formato e proporzioni, nulla della sua concentrazione espressiva e potenza evocativa.
L’amore per il disegno, che per Tealdi è stimolo fondamentale sin dall’infanzia, evolve nel gusto per una pittura capace di trattare sullo stesso piano paesaggio e figura, veduta d’insieme e minuzia del dettaglio, fondendo gli uni e gli altri in un impasto cromatico gestito con controllo tecnico e grande sensibilità per l’insieme. I personaggi si coagulano in piccoli tratti giustapposti, capaci di dare vita alla figura umana e alle sue relazioni, mentre il processo di costruzione della forma avviene per via puramente cromatica.
Quella di Tealdi è una poetica che si nutre dei piccoli avvenimenti del quotidiano, ma che ricorda, ad esempio, la grande tradizione del vedutismo veneziano, tesa non a risultati di nitida percezione, bensì all’interpretazione del dato reale in chiave soggettiva ed evocativa, realizzando immagini evanescenti e irreali grazie allo sfaldamento delle forme e al dosaggio sapiente delle ombre. La luce si rivela dunque elemento uniformante della composizione e dell’atmosfera, in una sorta di attuale luminismo divisionista, mentre la reiterazione dei temi conferma un approccio meticoloso e appassionato al fare arte.
Per l’artista infatti “la Bellezza, intesa come arte, è la migliore delle risposte. Ho disegnato per amore, per disperazione, per rabbia e solitudine. Ho disegnato per vedere lontano. E' stato come vestirsi di bianco e camminare nel fango per andare oltre.