Serena Zors

Oltre il cielo, l’infinito”. La mostra, realizza  dal 14/04/2019 al 07/05/2019

Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi Piazza Piccola, 2 TRIESTE (TS)


Serena Zors COMUNICATO STAMPA

OGGETTO: Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito

Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi
Piazza Piccola 2 · Trieste

14 aprile · 7 maggio 2019

ideazione e curatela Marianna Accerboni

Inaugurazione: sabato 13 aprile ore 20
Conferenza stampa: venerdì 13 febbraio · Palazzo Costanzi ore 10.30

S’inaugura sabato 13 aprile alle ore 20 a Trieste nella Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi (piazza Piccola 2), un’esaustiva rassegna dedicata all’artista Serena Zors, dal titolo “Serena Zors. Oltre il cielo, l’infinito”.
La mostra, realizzata con il contributo del Comune di Trieste e ideata e curata dall’architetto Marianna Accerboni, si propone di testimoniare in modo esaustivo - attraverso una ottantina tra dipinti a olio e ad acrilico, fascinosi oggetti realizzati in modo del tutto originale con la tecnica Tiffany e piccole sculture in steatite - il mondo fantastico di quest’artista speciale che dipinge da sempre, e la sua ricerca condotta dagli anni Ottanta a oggi tra Trieste, dove ha lasciato il cuore, e Monaco di Baviera dove vive e opera da decenni. Qui ha assorbito il significativo clima artistico-culturale di una città che, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, è stata una viva e antesignana capitale dell’arte europea, che ha influenzato il linguaggio e la creatività di molti artisti triestini.

In perfetta sintonia con il mondo fantastico di Serena, Accerboni ha ideato un’inaugurazione multimediale intrisa di magiche sorprese: una performance di arte visiva, luce, musica, poesia e recitazione che movimenterà lo spazio espositivo ma anche la piazza antistante Palazzo Costanzi, con i colori e le immagini prediletti dall’artista, accompagnati dalle note composte per l’occasione dal M° Silvio Donati, musicista d’avanguardia di valenza europea; e dalle poesie scritte da Serena e interpretate dall’attore Gualtiero Giorgini, alcune delle quali saranno esposte in mostra accanto ai dipinti. Seguirà un vin d’honneur.
Le note di Donati, diffuse nella sede espositiva lungo tutto il periodo della mostra, fungeranno da accompagnamento e immersione sonora per il visitatore, avvicinandolo, attraverso questa sorta d’inedita colonna musicale, in modo delicato ma nello stesso tempo intenso, al mondo fantastico, surreale e onirico della pittura di Serena.
Nella sezione dedicata ai lavori più recenti della Zors troverà spazio il ciclo dedicato al Fuoco, al Vento e all’Acqua e quello caratterizzato dalle iniziali dei nomi appartenenti a diversi personaggi, che la zors interpreta e rappresenta in modo surreale attraverso riferimenti simbolici al loro temperamento e alla loro esistenza. Mediante l’uso delle lettere istoriate, che raccolgono anche l’eredità dello stile Secession (o Liberty o Art Nouveau), la pittrice propone ancora una volta la propria visione positiva del mondo, spesso dorata come il sole: così appare per esempio nel dipinto “Aurea”.


Approfondimento critico
Scrive Marianna Accerboni a proposito dell’arte della Zors: Una libertà compositiva che sovverte le regole dinamiche e statiche e gli equilibri di gravità dell’universo, coerentemente con un costante anelito verso un libero divenire della vita: il fantastico supera e sovverte il reale nel mondo magico della pittrice, poliedrico intelletto creativo, capace di dominare la linea sulla carta e di trasporla efficacemente nella terza dimensione. Arte che l’autrice realizza con grazia ed equilibrio armonico - reso talvolta dissonante per aumentarne l’efficacia - di cui fa uso sia sul piano cromatico che nella composizione di pieni e vuoti, luci e ombre, bianco e nero, fragore di note di colore e silenzio. Gioia di vivere e pioggia, vento e calma atarassica, fiaba e gioco connotano i suoi disegni divenuti dipinti, i cui parametri ritroviamo spesso in alcuni esempi di edifici realizzati da grandi firme dell’architettura contemporanea d’avanguardia.
Una strada in salita verso l’Arte, quella della pittrice triestina, iniziata fin da bambina con il disegno e la pittura, realizzando ritratti, nudi e paesaggi. E proseguita con l’apprendimento e l’”immersione” negli anni ottanta in seno a una tecnica artistico-artigianale di grande pregio, quella dei vetri Tiffany, imparata e realizzata in modo del tutto originale e personale con amore, scrupolosamente, intrecciandola spesso a inserti di specchio che moltiplicano il fascino cromatico e compositivo di queste elitarie creazioni. Una tecnica che però a un certo punto mette a repentaglio la salute e perciò devi rassegnarti ad abbandonarla.

Tuttavia l’esigenza di raccontare il proprio mondo interiore confrontandolo con il reale, così diverso, permane nell’artista, ma il confronto tra questi universi è talmente forte che l’unica via d’uscita è il sogno. Dalla fuga dalla realtà, nasce un mondo surreale, simbolico, fatato, felice, sintetizzato nel bianco e nero o enfatizzato da colori brillanti, vivaci, cristallini, che narrano senza esitazioni e in modo del tutto personale la festa della vita e il pensiero fantastico con una padronanza inconscia e inconsueta del sogno e del desiderio.

In tal senso le prove su carta, realizzate ad acrilico e a tecnica mista (acrilico e collage e gli oli del periodo più recente), esprimono tutta l’audacia e la vitale curiosità di questa bella donna e il suo rapporto con il segno, attraverso il quale Serena riscopre anche le suggestioni dell’infanzia e ci fa partecipi dei misteri della mente, componendo, dalla fine degli anni ottanta anche attraverso la scultura, un’originale e fantastica riflessione su ciò che ci circonda.

Un’artista dunque semplice e complessa al tempo stesso: semplice per i temi trattati, giocosi, simbolici, colorati, allegri, ma complessa per l’universo molteplice e simbolico che sottende le sue articolate e vivaci composizioni, che nella scultura sembrano invece trovare un momento di pace e di riflessione.
Da un canto compare un entusiasmo istintivo e vitale, a volte quasi infantile, verso il mondo e i suoi segreti, dall’altro l’intuizione quasi fatale di una donna che dell’esistenza sa cogliere, interpretare e descrivere l’elemento irrazionale e magico, rifugiandosi nel sogno e in un mondo irreale e fatato per fuggire il male e per esprimere il proprio bisogno di libertà; ma anche per donare al fruitore un attimo di magica bellezza, di divertissement e di onirica speranza, distraendolo da un universo tecnologico e spesso intriso di solitudine.

Biografia
Serena Zors nasce a Trieste, che lascia poco più che ventenne per Monaco di Baviera, dove tuttora vive e opera. Sin da giovanissima si dedica allo studio del disegno e della pittura, realizzando lavori di gusto naïf. Nel 1980 è allieva a Monaco della Kunstgewerblerin Erika Liebl, artista artigiana da cui apprende l’arte del vetro secondo la famosa tecnica Tiffany. Dal 1985, per 12 anni realizza su proprio design, indipendentemente dallo studio Liebl, oggetti, lampade e vetrate in stile Tiffany, che, esposti in numerose mostre, riscuotono grande consenso e la portano anche a lavorare per arredamenti d’interni.
Nel ’91 torna a Trieste per una personale alla Galleria Al Bastione, al cui successo fanno seguito altre esposizioni nella sua città, alla Scuola dei Mercanti della Madonna dell’Orto di Venezia e a Monaco. In occasione di una personale allo Spazio Arte Vinissimo della capitale bavarese, il presidente dell’Azienda Autonoma di Turismo di Trieste, Alvise Barison, giunto appositamente dal capoluogo giuliano, le conferisce la Medaglia al Merito per gli Italiani all’estero.
Verso la fine degli anni ’80, durante numerosi viaggi a New York e frequenti visite al Metropolitan Museum, scatta l’interesse per la scultura, che realizza principalmente in steatite (o pietra ollare), una roccia particolare, simile alla giada, metamorfica, di struttura e colore molteplici.
Nel 2014 espone con grande successo alla Sala del Giubileo di Trieste e alla Galleria Rettori Tribbio, quest’ultima nell’ambito di un evento multimediale di luce, parole e musica a lei dedicato dall’architetto light designer Marianna Accerboni: nel corso della vernice gli attori Gualtiero Giorgini e Roberta Colacino interpretano la favola Il mistero della bambina e dell’albero, composta per la Zors dal grande scrittore e saggista Khaled Fouad Allam, editorialista de Il Sole 24 Ore e autore de Il Jihadista della porta accanto. Nel 2015 un’altra performance multimediale di luce, parole e musica, intitolata Oltre il reale, ideata e curata da Accerboni, ha incorniciato alla Galleria Melori & Rosenberg di Venezia una successiva personale della Zors. Nel 2015, nell’ambito del prestigioso Concorso Internazionale di pittura Dario Mulitsch, riceve il premio della Regione FVG. A Trieste frequenta da anni l’atelier del maestro Livio Možina, nel cui ambito perfeziona le trasparenze e le velature della tecnica a olio.

Appuntamenti collaterali:
Nell’ambito della rassegna avranno luogo a Palazzo Costanzi alcuni appuntamenti collaterali curati da Marianna Accerboni: martedì 23 aprile alle ore 19 ci sarà una visita guidata, domenica 28 aprile e 5 maggio alle 11 avranno luogo una visita guidata e un laboratorio di disegno e pittura rivolti, in particolare, ai giovanissimi. La curatrice è disponibile a condurre visite guidate anche in altri orari e giornate (info e prenotazioni +39 335 6750946).
Alla fine di ogni appuntamento seguirà un vin d’honneur con vini dell’Azienda Agricola Sancin.

DOVE: Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi · Piazza Piccola, 2 · 34121 Trieste
QUANDO: 14 aprile · 7 maggio 2019
ORARIO: tutti i giorni 10.00 · 13.00 / 17.00 · 20.00
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: si
INFO: 335 6750946

Con cortese preghiera di pubblicazione/diffusione


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