CINNAMON HEART: PEEPSHOW
dal 08/06/2019 al 13/07/2019
aA29 Project Caserta Via Filippo Turati, 34 Caserta (CE)
Dopo innumerevoli tentativi, l’artista ha ottenuto i permessi per avere accesso all'area scoprendo all'interno una perfetta ambientazione da film di spionaggio che si presta naturalmente alla visione del suo obiettivo. A partire dalle immagini e dai materiali ricavati da quella visita semi-clandestina, Giovanni Scotti assieme al curatore danno forma a una narrazione incentrata sul potere, dove ambiguità, segretezza e mistero sono i principali ingredienti per condire quel clima da day after che si respira nella ex-base NATO. Poiché la verità nuda e cruda non viene mai creduta, l’operazione si articola lungo diverse tappe, così da produrre uno svelamento progressivo in cui l’artista dischiude omeopaticamente pillole di realtà, o di quanto di essa sia ancora distinguibile.
La mostra casertana segna l’avvio di questo graduale svelamento, presentando le fotografie dell’artista napoletano e, per la prima volta, alcuni materiali veri o presunti tali ricavati dalla sua incursione nell’abbandonata base militare. A farla da protagonista sono sei grandi scatti degli interni – alcuni liberi alla vista, altri coperti da un telo – dai quali emerge una qualità fotografica essenziale e oggettivante, pienamente consapevole degli insegnamenti della scuola tedesca, da Andreas Gursky a Thomas Struth, eppure al tempo stesso capace di cogliere una pienezza di luce che è invece del tutto mediterranea. Ad accrescere la tensione espositiva tra vero e verosimile giungono alcuni oggetti e altri "ritrovamenti" documentari con i quali l’artista intende esortare il pubblico a scoprire la realtà, trovandosi di fronte a una sua rappresentazione specchiata, una messa in scena artificiosa tanto quanto lo sono le verità distillate dai governi delle potenze mondiali. Con quest’anticipazione Giovanni Scotti pone lo spettatore all’interno di un metaforico peepshow, gli squallidi locali di spogliarello, nei quali bisogna oltrepassare le tendine per addentrarsi nella nuda verità. Costretto nel ruolo di vouyeur, il visitatore deve decidere per sé fin dove spingere la propria curiosità, mentre foto e oggetti approntati dall’artista cercano di stimolarne la fantasia.
La mostra funge da preludio alla prossima, fondamentale tappa del progetto, ossia il confronto pubblico che l’artista si propone di fare con la creazione di un’agenzia o ufficio artistico che si colloca in un contesto davvero singolare e inaspettato. Dove? Anche questo è da scoprire. Per certo avverrà in un luogo fantastico, sulla soglia fra realtà e finzione, e pervaderà l’intera città.
L’ufficio artistico permanente, che ha già ottenuto il plauso di collezionisti del calibro di Giorgio Fasol, oltre ad essere un luogo di dibattito sul potere, servirà a provocare una riflessione cittadina, a innescare un processo di svelamento, a rilanciare un dibattito pubblico su un tema non privatizzabile.