Daimon

Personale di Valeria Gasparrini  dal 11/10/2019 al 17/10/2019

Art Gap Gallery via di San Farncesco a Ripa, 105/A Roma (RM)


Daimon Valeria Gasparrini presenta in questa mostra - piccola ma densa - una selezione di opere che hanno una profondità non sospettabile allo sguardo impaziente che caratterizza la nostra esplorazione di gran parte dello spazio estetico.
Profondità - verrebbe da pensare - di concetti e implicazioni ma questo, pur vero, è un aggettivo un po’ prevedibile all’interno di una presentazione.
Profondità di struttura interiore, di genesi formale, di evoluzione del linguaggio in presa diretta con il vivere: questa è un’accezione più vicina alla proposta di Valeria.
Intanto, sgombriamo il campo dalla presenza di quel lemma greco che crea inciampo … alla fretta.
Il Dèmone, di sterminata pervasività nella cultura moderna (e psicologica in particolare. Il riferimento più pertinente è quello a James Hillman) si offre qui come un sentiero interpretativo per legare tutte le immagini. Da intendersi come attitudine-guida interiore con una forte attrattività, che orienta – proprio come la gravità – il libero fluire delle scelte personali. Valeria Gasparrini elabora diversi tipi di δαίμων, tutti disordinatamente compresenti nella sua vita: il brutale rigurgito reattivo oppure la capacità di dominare e plasmare ciò che si approssima a noi, la leggerezza della trasformazione, ma anche lo stallo di quando le forze interiori si annullano o non si presentano all’appello. Ogni percorso si svolge attraverso più soluzioni di stampa (opere uniche, monotipi) che cercano di dare evidenza cromatica e bellezza (parola di ricominciare ad usare…) a questo scandaglio interiore.
Valeria è illustratrice professionista; come artista si libera dalla prevedibilità di certe convenzioni ma resta una narratrice, per questo è importante sentire, dietro le forme incise, anche la parola di un colloquio che fu, in primo luogo, una presa di coscienza verso sé stessa.
La storia professionale dell’artista, infatti, è varia nel senso di “ricca” e comprende sia il versante letterario che quello della materialità viscerale della scultura e della ceramica. Per un felice dono del destino ha conosciuto l’arte incisoria che consente di avere un rapporto fisico con matrici, colori, carte e procedure di stampa e, allo stesso tempo, permette la levità dell’immagine pura, senza spessore apparente (infatti la profondità è tutta nel procedimento…).
Un’ultima notazione molto significativa del suo modo di procedere. Dalla pratica della grafica Valeria ha naturalmente preso la confidenza con i programmi elettronici che offrono infinite varianti in corso d’opera, e stimolano quindi all’appropriazione del frutto casuale del processo creativo. Valeria ricrea – tutto in forma artigianale – questo stesso sentiero “probabilistico” proprio nelle numerose prove di stampa, volontariamente variate nella tinta o nella posizione sulla carta, creando vere e proprie suite che offrono una cornice mobile alle sue narrazioni.
Testo di Gianluca Tedaldi



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