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George Stamatakis (Creta, 1979) ha finora prediletto la pittura paesaggistica di piccolo e medio formato, ma ha anche realizzato ritratti e installazioni. I suoi quadri suggeriscono paesaggi irreali e atmosfere dense che trasmettono emozioni sobrie. Eseguiti con colori a olio su tela utilizzando solo due tinte, il bianco di titanio e il bruno Van Dyck, le sue opere offrono una sorprendente tavolozza di sentimenti che lo spettatore riconosce come celati nel profondo di ogni individuo, frutto dell’intreccio di esperienze di vita. Anche Stamatakis, come tanti artisti, concentra la propria attenzione sulla risoluzione cromatica, ma utilizza il colore, già instabile agli agenti atmosferici, come strumento politico. Accentuando volutamente l’instabilità del colore, egli si adopera per instillare nel pubblico una cultura della cura mirata ad affrontare problemi urgenti come la tutela dell'ambiente. Soprassiede ai temi personali che l’avevano assorbito in passato per impegnarsi in questioni che ci accomunano e accrescano il nostro senso di responsabilità civile. Alcuni quadri sono saturi d’olio, dopo che Stamatakis aggiunge ulteriore olio ai colori che impiegheranno anni a essiccare completamente, dunque la pittura resterà a lungo vulnerabile alla luce e ai fattori ambientali. Altri quadri consistono in materiali vegetali come il lino e l’indaco, combinazione scelta apposta per la sua delicatezza. Solo se protetti con dedizione i colori non cambieranno col trascorrere del tempo. Anche i colori dei fiori, dei corsi d’acqua, delle farfalle ai quali siamo affezionati, sono suscettibili al rilascio di agenti chimici nell’ecosistema e dunque già in corso di mutamento. Fra vent’anni il colore del mare che ci fa sognare fin dall’infanzia sarà diverso. La cura che rivolgiamo verso il dipinto per preservarlo nel tempo è la medesima che dovremmo riservare alla natura affinché si conservi così come l’amiamo.

per informazioni:
Martina Miccio
info@galleriabonomo.com

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