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A Matera nella mostra curata dalla direttrice artistica di Momart Gallery Monica Palumbo, l'artista parla di trasformazione, identità e intimità, spiritualità declinata in chiave comunicativa. È il femminile che si appropria di una quotidianità in cui il corpo, persa la sua mercificazione, diventa una linea sinuosa immersa in uno spazio indefinito, un elemento dotato di un'energia vibrante e potente capace di superare i confini immaginari. Dai disegni di Šenkyřík emerge una delicatezza declinata attraverso l'uso di colori tenui, rarefatti, eterei, così come eteree sono le linee che danno concretezza al suo pensiero; immagini che sfumano le une nelle altre, fondendosi tra loro e con ciò che le circonda. Riferimenti visivi comuni e riconoscibili hanno bisogno di essere indagati con lo sguardo di chi è in grado di andare oltre la forma e coglierne, attraverso il proprio sguardo interiore, il principio nascosto. La nascita, la vita, il piacere, il dolore, la felicità e la gratitudine sono le basi su cui si costruisce la poetica dell'artista, esplicita e diretta ma, allo stesso tempo, dotata di un'estrema delicatezza tale da suscitare, nello spettatore, emozioni contrastanti, forti e sincere. Attraverso le opere di Markéta Šenkyřík, dunque, la forma diventa sostanza minimale, pulita, diretta e trasformata, condivisione di esperienze di vita come atto devozionale, dono che si trasforma in azione catartica ed esprime il significato puro dell'essere madre, donna, corpo e anima.

Testo di Alessia Pietropinto

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