“Nebbia, mostri e metamorfosi”
mostra di disegni di Silvio Tomasoni .
dal 15/11/2014 al 16/11/2014
Martinengo (BG)
Giunto ormai alla settima edizione, il festival Presente Prossimo è una manifestazione itinerante che interessa un numero rilevante di comuni bergamaschi e, attraverso incontri con quattordici autori tra i più interessanti della narrativa italiana contemporanea, mira a coinvolgere il pubblico in “un’avventura affascinante fra voci, stili, sguardi sul mondo profondamente diversi”.
Dall'11 ottobre al 13 dicembre, sotto la direzione artistica di Raul Montanari, il festival propone anche alcune interessanti iniziative collaterali quali workshop di scrittura creativa a Seriate e Treviglio e, a Bergamo, sette proiezioni cinematografiche di film selezionati dagli organizzatori.
Nella tappa del 15 novembre a Martinengo presso l'auditorium "Il Filandone", sarà presente l'autore Eraldo Baldini, noto scrittore di noir che, dopo la sua prima importante affermazione al Mystfest di Cattolica nel 1991, ha sviluppato un suo personale filone narrativo definito "gotico rurale", dal titolo di una sua raccolta di racconti.
A questo appuntamento, Silvio Tomasoni, che proprio a Martinengo è nato ed ha iniziato la sua carriera artistica, affiancherà una mostra di suoi disegni ispirati ai contenuti dei romanzi di Baldini ed ai suoi protagonisti, terrificanti e malvagi abitanti del territorio di frontiera tra mito ed incubo. Titolo della mostra “Nebbia, mostri e metamorfosi”, tema ispirativo La Borda, personificazione leggendaria di ataviche paure, entità spettrale metafora di misteri taciuti e rimossi, che si materializza nelle giornate umide e buie come ce ne sono tante nella bassa padana: è La Nebbia, ’Na fumära acsì fissa ch’a t’ gh’é pól pozär incontra la biciclètta” (1), un killer silenzioso che oscura lo sguardo, rammollisce le ossa, avvelena il respiro…… mica un effetto coreografico per paesaggisti romantici!
"La Borda?"
"Sì, la Borda. Se qualcuno capita tra le sue mani in valle, dove gira quando c'è la nebbia o quando arriva il buio della sera, lei, se non l'uccide subito, gli soffia la malaria dentro il respiro ……." scrive Baldini (“Mal’aria”, 2003). Che poi rassicura con una smorzata consolatoria: "È una roba inventata, una favola di questi posti. Serve a far paura ai bambini perché non girino nelle paludi da soli e non gli capiti di perdersi o di annegare…..".
Senza convincere nessuno.
Men che meno Silvio Tomasoni, che in quella nebbia spessa e malefica si cala senza esitazione per esplorare, cercare, indagare macabri misteri impigliati in brandelli di ricordi del passato, paure dell’infanzia, visioni oniriche, paradossi mentali, inganni dei sensi.
E non spaventiamoci se ciascuno di noi, nei suoi disegni, si troverà faccia a faccia con il proprio incubo peggiore, la ricompensa è l'accesso ad un percorso catartico, il viaggio di Ulisse, di Dante, di Don Chisciotte, fino a toccare il fondo della paura, perché solo così ci può essere una risalita.
E forse scoprire che l’isola-che-non-c’è offre finalmente un approdo, la barca di Caronte ha recapitato il suo fardello, il viaggio è compiuto: dal teschio sommerso in abissi paludosi, dalle orbite vuote pullulanti di inquietanti organismi acquatici si innalza un inaspettato paesaggio lacustre rigoglioso di cipressi e di intricati motivi naturalistici, deserto ed immobile.
Ignaro di ciò che sta sotto lo specchio dell’acqua, l’animo ascolta il silenzio cullandosi in una ingannevole pace.
Sognando Böcklin.
(1) una nebbia così fitta che le si può appoggiare contro la bicicletta