Shell-like
AlbertoAperto
dal 31/10/2007 al 30/11/2007
Milano (MI)
Mercoledì 31 ottobre, dalle 19 fino a tardi, verranno presentati alcuni lavori di Franco Menicagli, artista toscano inedito per la scena milanese, appartenenti al progetto Shell-like, con un testo di Alessandro Sarri. La mostra sarà visitabile, su appuntamento, fino a venerdì 30 novembre.
Il lavoro di Franco Menicagli si confronta con la fragilità, con l’effimera plasticità degli oggetti che contrassegnano il nostro abitare, apprestando una sorta di scheletro, ora segmentato e discontinuo, ora curvato ed elastico, in soccorso della residua carne delle cose, mutandone i punti di riferimento spaziale e mutando la capacità di relazionarci con esse.
Gabbia e protesi, e allo stesso tempo visualizzazione e traiettoria di un movimento negato, questi listelli, quasi dei contorni aggiunti, si appiccano alle gambe, si assediano intorno agli schienali, svettano sui piani. Sottolineando assopiti dinamismi, completano l’oggetto nel momento in cui ne annullano la residua fungibilità: tangenti, archi, corde, materializzati come sostegno e armatura, ora ne integrano carenze e menomazioni, ora ne rimpiazzano equilibri e punti d’appoggio perduti. Rimodellano appiombi, recuperano posture, destrutturano assetti.
Evidenziatori di gesti impossibili, estensori di una materia irrigidita nella dismissione di ogni possibilità di ulteriore uso, questi segmenti lignei sono raccordati al corpo declassato di questi ormai ex-oggetti con delle linguette in materiale plastico: escrescenza spinosa, ma anche punteggiatura, cospirazione di virgole nella dinamica dello spazio.
Così Franco Menicagli spiega il proprio lavoro: “Questi elementi sono legati tra loro con fascette di plastica che stringono in un solo gesto le singole parti dell’intera struttura, evidenziando le linee di forza interne e le possibilità di collegamento e prolungamento esterne nello spazio.
La distanza che separa gli oggetti viene così quantificata e allo stesso tempo annullata, l’intersezione delle linee ridisegna lo spazio fisico.
Shell-like si compone di oggetti-sculture che si situano in una fase intermedia del loro divenire. Un costruirsi precario, in progress, potenzialmente estendibile all’infinito come un organismo in continua evoluzione, fermato in una delle sue fasi di trasformazione. Come molta architettura precaria si costruisce nell’imminenza di un gesto minimo ed efficace, utilizzando elementi di recupero, oggetti d’uso ed esemplificando una nuova funzionalità dell’agire.”