Anticorpi
di Salvatore Petrilli
dal 29/03/2008 al 12/04/2008
Costigliole d'Asti (AT)
Il corpo come linguaggio, la foto come metafora del suo divenire o sparire.
Il corpo come prova di una fisicità esistente o esistita.
Il corpo colto nell’attimo della sua creazione o nell’ultimo momento prima del suo scomparire.
Il corpo come mutazione di una traccia ricostruito in una fisicità a-temporale.
Il corpo banalizzato dal medium e ri-banalizzato dall’artista è ormai solo un fluido che non ha più alcun interesse alla spettacolarizzazione, una sorta di ready-made dell’organico o forse (dis)organico.
Il corpo come utensile della solitudine necessario al suo divenire corpo d’arte.
Il corpo ridotto a documento in cui permane solo una labile memoria del sé e in cui l’Io è mostrato ormai solo come cadavere.