Noli Me Tangere
Franco Menicagli
dal 01/04/2008 al 01/07/2008
Capalle Firenze (FI)
Noli Me Tangere
Patrizia Pepe, presenta all’interno dei propri spazi i lavori di Franco Menicagli.
Inaugurazione Martedì 01 Aprile 2008 dalle ore 17.00 alle ore 19.00
a cura di Alessandro Sarri
progetto Ronaldo Fiesoli
dal 01 Aprile 2008 al 01 Luglio 2008
Lun/Ven H 9.30/12.30 – 14.30/18.30
Via Gobetti 7/9, 50013 Capalle, Firenze – 055 87444.1
www.patrizia pepe.com
Comunicato stampa
Noli me tangere esemplifica direi al meglio la personale che l’artista toscano Franco Menicagli terrà presso gli spazi espositivi di Patrizia Pepe a Capalle, a partire dal primo aprile fino al primo luglio 2008, a cura di Alessandro Sarri. L’idea dell’oggetto irriconoscibile, irrimediabilmente ambiguo e sfuggente connota da sempre il fare artistico di questo artista che, con modalità sempre differenti ma con intenti diremmo quasi compulsivi, indaga da sempre il confine sempre più labile che separa l’oggetto dalla sua irriconoscibilità. Lo fa attraverso l’intrusione diremmo dell’oggetto in se stesso, parassitato da listelle di legno e da fascette di plastica che, incessantemente dividono l’oggetto da se stesso, scomponendolo come a priori in un detour della dissomiglianza che infesta l’oggetto ancor prima di essere, come dire, trattato dall’artista. L’imperativo categorico del titolo vuol appunto sottolineare questa difficoltà di lettura di questa cosa che si sottrae incomunicabilmente ad ogni interpretazione di sorta. La sala principale ospiterà tre oggetti, tre modalità inesaustive di fruizione che proiettano queste ‘reliquie di visione’ attraverso tutto lo spazio come irrealizzandolo topologicamente. La saletta adiacente vedrà un piccolo video girato a Berlino dall’artista in cui un suonatore di strada, schiacciato su di uno sfondo a metà strada fra la fuga prospettica e il trompe d’oeil, sembra quasi ripetere la costitutiva ambiguità all’opera negli oggetti, tra ciò che si mostra e la propria impossibile coincidenza. Nella sala mensa infine, sarà ospitato un intervento più eminentemente metonimico che consiste, per mezzo di una sostituzione sul posto di oggetti con i loro doppi spettrali, nel far percepire la differenza intrinseca propria di ogni oggetto in ciò che al limite può anche non essere visto ma semmai solo respirato, dove la differenza non si pone più soltanto per se stessa, ma evapora appunto metonimicamente facendosi ambiente.