Borderlies di Alessandro Vannucci
a cura di Monika Pirone
dal 18/03/2017 al 24/03/2017
Officinenove Via del Casale Galvani, 9 Roma (RM)
ALESSANDRO VANNUCCI BORDERLIES
Alessandro Vannucci lavora dal 1990 come scenografo per il teatro e il cinema, collaborando, negli anni, con registi quali: Ken Loach, Abbas Kiarostami, Jan Sardi, Francesca Archibugi, Antonello Grimaldi, Susanna Nicchiarelli, Rolando Ravello, Sidney Sibillia, Matteo Rovere, Gipi. Ha ricevuto una nomination al nastro d’argento per il film “Questione di Cuore”. Ha realizzato un cortometraggio da regista con il quale ha vinto festival a Roma, Genova, Napoli, Londra, Tokio, Mosca ed è stato nominato al David di Donatello. Ha diretto ed è stato autore di una trasmissione per "La sette" , "CREA", sulle sperimentazioni video cinematografiche. Vive a Roma.
La mostra che vi presentiamo BORDERLIES la dice lunga sulla sua capacità di produrre giorno dopo giorno opere che richiedono una grande dose di pazienza e di impegno. Si tratta della sua prima mostra dopo circa 25 anni di produzione ed impegno e si presenta ad Officinenove per potere dopo molti anni verificare l’efficacia e la forza del progetto che dopo molto richiede di essere fruito e scoperto, per potere eventualmente avere uno sviluppo o una prospettiva differenti da quelli adottati negli anni.
“Niente è più odioso dei confini, niente è più stupido” Herman Hesse
In un epoca di ritorno ai nazionalismi, di ritorno all’orgoglio di appartenenza, alla nuova delimitazione dei confini, alla definizione di barriere e blocchi nei confronti di flussi migratori che per alcuni possono sembrare invasioni e danno adito a chiusure ed ostacoli, Alessandro Vannini, sogna un mondo tutto da ridefinire, “gioca” con le linee che sono per lui convenzioni, grafiche da potere stravolgere, per poterne trarre delle forme e dei motivi cromatici, ridefinendo un mondo, dove la politica, la fisica non hanno alcun senso. Un mondo migliore direi, dove il sud ed il nord sono pure formalità, BORDER-LIES bugie, finzioni che perdono forza, diventano concetti stantii, vecchi, inutili pesi che l’umanità continua a portarsi dietro e che forse solo gli artisti sanno immaginare, ma che forse sono gli unici veri confini che abbiano un senso, quelli tra un colore e l’altro, quelli tra un tipo di carta e l’altro, quelli che magicamente ci fanno immaginare cose che altrimenti non potremmo vedere.
La mostra sarà presentata con una selezione di opere di grande formato e con una istallazione originale ed unica, una grande ULTIMA CENA, dove tutti sono invitati a partecipare ed a prendere parte, al di là di lingue, etnie, razze, religioni, in un calderone di piccoli stati e continenti che divengono soltanto tessere di un mosaico ideale.
La cura di Monika Pirone Mk
Officinenove via del casale galvani 9, 00159 Roma 338 38 11 871 officinenove@gmail.com