Guy Harloff (1933-1991)
Visioni, simboli, alchimie
dal 08/02/2018 al 28/02/2018
Galleria Anna Maria Consadori via Brera, 2 Milano (MI)
La riscoperta dell’opera di Guy Harloff, coordinata recentemente attraverso iniziative espositive e tramite la pubblicazione della monografia Guy Harloff (1993-1991). L’olandese volante, a cura di Nicoletta Colombo e Serena Redaelli, edita nel 2016, segna una nuova tappa in occasione dell’esposizione odierna.
La mostra raccoglie venticinque opere eseguite tra i finali anni cinquanta e il 1990, consentendo di percorrere l’intero arco dell’attività dell’artista attraverso una selezione di lavori emblematici della sua ricerca.
Uno studio in cui il cammino artistico di Harloff va di pari passo con l’approfondimento della personale ricerca spirituale e simbolica.
Partita dal mondo fisico, dalla sperimentazione di derivazione popolare, la poetica harloffiana giunge a decifrare lo spirituale attraverso il lavoro assiduo e lo studio, per cui dipingere non è che uno dei percorsi verso la “Grande Opera”, concetto manifestato dall’artista nell’espressione ricorrente “Work is the Great Power”.
Le opere, che assemblano ossessivamente i ritagli fotografici del suo occhio destro con fitte simbologie di mandala, di forme figurali fantasiose e alchemiche, non paiono estranee neppure alla conoscenza dei codici miniati medievali, configurandosi come esiti dell’attività preziosa di un cesellatore cresciuto in sintonia con le culture orientali.
La componente simbolica maturata a contatto con i surrealismi di seconda generazione e con gli espressionismi nordeuropei, frutto del cosmopolitismo di Harloff, evolve nei decenni verso una crescente organizzazione spaziale, configurando simmetrie eleganti e condensate intorno a segnali, numerazioni, pentacoli, scritture vergate secondo processi logici misteriosi e affascinanti.
L’arcano alchemico e filosofico che si snoda tra le sinuosità damascate dei labirinti segnici è introdotto dai titoli stessi delle opere, di cui citiamo alcuni esempi: Idée de Cyprès 1968, Le voyage avec C 1968, Connaisance 1971, Le livre de l’engrenage 1971, Présence primordiale 1974, The Chinese Coin. Inventaire 1983, Inside, aime, lumière 1990.
In occasione della mostra saranno esposte due fotografie inedite di Guy Harloff realizzate a Chioggia nel 1974 dal fotografo Roberto Masotti (www.lelliemasotti.com).
Guy Harloff nasce a Parigi il 4 giugno 1933 e trascorre un’infanzia apolide viaggiando per l’Europa con i genitori.
Nell’adolescenza vive a Parigi e nel 1950 è a Roma, dove lavora al Centro Sperimentale Cinematografico.
Inizia a disegnare nei primi anni cinquanta, avvicinandosi al surrealismo ed eseguendo i primi collages che assemblano vari materiali di recupero. Entra in contatto con gli esponenti storici della beat generation e inizia a interessarsi alla musica jazz, di cui sarebbe diventato successivamente un profondo cultore.
Tra il 1959 e il 1960 la sua produzione artistica è sostenuta in Italia da Carlo Cardazzo e da Arturo Schwarz.
Viaggia e soggiorna nel Golfo Persico, si stabilisce in Marocco, visita l’Africa e il Sudan.
Nei primi anni sessanta frequenta Milano e gli amici di Brera, Roberto Crippa e Lucio Fontana. Stabilisce un contratto con Renzo Cortina.
Nei finali anni sessanta vive tra Milano, Parigi e Londra.
Dal 1970 vive a lavora a New York.
Espone nel 1972 a Documenta 5, presentato da Harald Szeemann.
Nel 1974 la Permanente di Milano gli dedica una mostra antologica, alla cui inaugurazione l’amico Ornette Coleman con la sua band allestisce un concerto jazz.
Nel decennio successivo, dopo alcuni anni di viaggi negli Stati Uniti e di residenza a New York, torna in Italia dove scompare prematuramente nel 1991 per un infarto.