Danilo Marchi - Back to Life
a cura di Mark Bertazzoli
dal 12/09/2020 al 25/09/2020
Galleria Marelia Via Torretta 4 Bergamo (BG)
La mostra prende avvio con Back to Life, grande installazione a pavimento di sculture “plastiche” realizzate assemblando e manipolando bottiglie di plastica trasparente riciclate (PET). Back to Life reca con sé un’indicazione visibile di “rinascita” e la scelta di Bergamo per la presentazione dell’opera non è certamente casuale. La città lombarda è stata, infatti, uno dei luoghi più duramente colpiti dal coronavirus, tanto da essere riconosciuta come luogo simbolo di una tragedia nazionale che ha lasciato tutti turbati e sgomenti. Danilo Marchi, sensibile artista che intende «rappresentare il momento storico che stiamo vivendo», vuole far pervenire, attraverso quest’opera, un chiaro messaggio di buon auspicio per un ritorno a una vita un po’ più spensierata.
Back to Life si compone di dieci sculture antropomorfe, creature artificiali che nell’osservatore possono richiamare per certi versi gli androidi fantascientifici descritti da Philip K. Dick. Ciascuno di questi prototipi di umani, ritratti in pose differenti e realizzati in diversi colori (green, orange e blue con l’aggiunta di componenti trasparenti), è seduto su un’altalena in movimento.
Per quanto riguarda la realizzazione è importante sottolineare che Marchi non si limita a svolgere un’operazione di recupero del materiale (si veda a proposito la scultura del 1982 Bottles on a shelf, di Tony Cragg), ma dà vita a creazioni sempre nuove, che evocano le forme naturali e dialogano con l’ambiente nel quale vengono collocate. Nelle installazioni di Marchi, al lato puramente estetico e al risultato scenico, s’inserisce il coinvolgimento e l’interazione del fruitore, che si trova al cospetto di un “uomo artificiale” nel quale potrà specchiarsi per discernere aspetti in comune.
Oltre all’evidente pensiero di sensibilizzazione verso l’ambiente e di no waste, le pressoché “eterne” bottigliette di plastica riflettono il delicato ma compiuto equilibrio tra aspetto naturale e artificiale. Poiché le “demonizzate” materie plastiche, tra cui il PET, derivano dal petrolio, provengono in realtà dalla natura stessa che nei millenni ha decomposto vegetali, animali, umani, eventi ed esperienze. Nelle sculture di Marchi l’elemento artificiale - le bottiglie di plastica create per contenere l’acqua (la sostanza naturale per eccellenza) -, derivato da una materia naturale (il petrolio), diviene rappresentazione del mondo naturale. L’arte, in questo modo, rigenera la vita stessa e l’artista risolve definitivamente la lotta tra le “nocive e inquinanti” materie plastiche e l’ecosistema.
Gli esseri artificiali di Back to Life riflettono dunque la costante indagine di Danilo Marchi sull’evoluzione umana: dietro ai lineamenti e alle forme angolose da androidi traspare, grazie alle bottiglie di plastica trasparenti, la parte più intima e pura dell’essere umano.
L’aspetto fondamentale che caratterizza questa installazione è la presenza delle altalene, su cui sono adagiate le creature artificiali in movimento. L’altalena, che trasmette sensazioni di gioia e libertà, ha in realtà origini piuttosto “oscure” in quanto, secondo la mitologia greca, nacque come rito per ricordare l’impiccagione di Erigone, suicidatasi dopo aver scoperto l’assassinio del padre. La simbologia dell’altalena inoltre racchiude al suo interno tutta la contrapposizione tra la vita (zoè) e la morte (thànatos). La vertigine, causata dall’altalena, può dare l’impressione di trovarsi in una “terra di mezzo” sospesa tra terra e cielo, umano e divino, vita e morte. Il moto oscillatorio tra due estremi può produrre un significato nuovo, quello di esorcizzazione della morte in favore della vita ripetuta. Ecco che allora il gioco sacro dell’altalena si trasforma, a partire dall’età romana e poi cristiana, in una festa che celebra il risveglio della natura e il ritorno alla vita.
Back to Life vuole comunicare un senso di “rinascita” ed esprimere un augurio per un ritorno a una vita più serena e felice. Il movimento oscillatorio degli esseri artificiali - umanoidi che racchiudono il mistero della vita - esprime un dinamismo attivo e vitale, carico di energie e vibrazioni positive; le superfici monocrome e trasparenti delle bottiglie di plastica, rigenerate acutamente da Marchi, riflettono la luce, essenza di vita, e ci rammentano il valore spirituale e simbolico dell’acqua. L’altalena è quindi in sostanza un’allegoria della vita: un grande gioco di emozioni, degna di essere vissuta in modo spensierato, nonostante le tragedie che possono sopraggiungere.
La mostra prosegue con una ricercata selezione della produzione più recente di Danilo Marchi, esito dello studio e della riflessione sul mondo animale. Un elegante levriero e alcuni insetti in vari formati (cavallette, coccinelle, api) realizzati sempre mediante bottiglie in PET riciclate e fascette di nylon, si distinguono per l’aggiunta dell’illuminazione a led. Le luci rendono le sculture più vive e suggestive ed evidenziano meglio le caratteristiche anatomiche e morfologiche degli animali, rielaborate da Marchi nelle loro complesse e “architettoniche” strutture.
L’Ape bionica, ideata nel 2013 e continuamente perfezionata, rappresenta la sintesi finale della ricerca di Danilo Marchi. L’artista, affascinato da questo insetto laborioso - fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema e purtroppo a rischio estinzione -, lo fa rinascere attraverso le materie plastiche curando con maniacale attenzione i dettagli anatomici. L’ape (simbolo della vita) è una specie altamente evoluta, dalle spiccate qualità percettivo-sensoriali; è una creatura eccezionale da salvaguardare, ed è qui ricreata da Marchi in versione robotica a sostegno dell’ambiente. Un “animale robot” in perfetto equilibrio tra naturale e artificiale, tra scienza e arte.
Mark Bertazzoli, 2020