…DEL CORAGGIO QUOTIDIANO di Stefano Jus
Alfabeti tra il magnetismo di Nicola Grassi e i graffiti
dal 07/12/2022 al 05/02/2023
Scala Contarini del Bovolo San Marco Campo Manin, 4303 – 30124 Venezia Venezia (VE)
Le opere in esposizione rappresentano una sua puntuale riflessione rivolta all’esistenza odierna e alla realtà che “abitiamo”, realtà che richiede il coraggio del quotidiano ad opera di ciascuno di noi: un messaggio di grande attualità da cui ha preso vita la personale “…del coraggio quotidiano. Alfabeti tra il magnetismo di Nicola Grassi e i graffiti” di Stefano Jus, ospitata nei prestigiosi spazi espositivi del Palazzo Contarini del Bovolo (Sale del Tintoretto) a Venezia dal 7 dicembre 2022 al 5 febbraio 2023.
I lavori esposti sono frutto di un fecondo dialogo tra le opere dell’artista del Settecento Nicola Grassi (presenti nella Collezione IPAV) e la ricerca contemporanea di Stefano Jus, che suggerisce l’importanza della conoscenza delle tecniche antiche e delle ispirazioni luministiche tradizionali come stimolo per delineare nuove soluzioni e inediti percorsi necessari per affrontare le sfide e le risorse di questo nostro Terzo Millennio.
La mostra è organizzata da Theke e dalla Fondazione Giovanni Santin Onlus ed è arricchita da un catalogo esaustivo edito da Il Segno editore, da una cartella di grafiche originali, e da un CD di musiche composte per l’occasione dal Maestro Paolo Jus.
La Mostra ha il Patrocinio della Regione Friuli-Venezia Giulia, del Comune di Zoppola, Della Città in Festa di Venezia. Main sponsor: Banca BCC Credi Friuli Gruppo Iccrea; Sponsor: Lions Pordenone Naonis; Ca’ Lozzio; Studio Hazen; MT industry; BidOn Fashion; DBS Sattec.
Il coraggio di Davide
Stefano Jus dà un’interpretazione originale dei canoni settecenteschi di Nicola Grassi riuscendo a esaltare le qualità luministiche-costruttive di un linguaggio figurativo che di solito colpisce innanzitutto per le tinte brillanti. La luce di Stefano Jus forma invece corpi-ombra consistenti, composti da graffiti e asportazione materiche, da vuoti solidi le cui dimensioni formali appaiono enigmatiche e creano presenze senza tempo e senza luogo. Una revisione monocroma la sua, di forme che escono da fondi di bitume o dai grigi densi del cemento, steso con gesti larghi e decisi. I colori di Stefano Jus sono il nero profondo e i grigi materici che si stemperano in tocchi celesti, ventosi e vibranti, a sottolineare il divenire della vita, la circolarità degli eventi (in ipotetiche cupole contemporanee). In mostra, tra le sculture e le opere a parete, entro tavoli/bacheche che emulano il laboratorio dell’artista sono raccolti i progetti e gli schizzi che documentano, in stratigrafia, il processo di lavoro di Stefano Jus, il carattere fabbrile della sua ricerca che si muove con grande padronanza tra diversi generi, tecniche, formati e materie.
L’opera “Il Coraggio di Davide” è il perno iconografico dell’intera rassegna, come afferma il curatore Enrico Lucchese. La composizione è una sovrapposizione di mattoni tridimensionali di grande formato in cui convivono frammenti di capolavori della Storia dell’arte antica e moderna, accanto ad istantanee dell’oggi che saturano lo spazio, intorno all’ansimare terrorizzato del cavallo, simbolo delle tragedie presenti. «Stefano Jus esprime così la sua denuncia e il suo monito, e ha il coraggio culturale di mostrare lo sconcerto di fronte ad alcune pieghe del Presente – spiega la curatrice Alessandra Santin - abitandolo senza addomesticarlo, assumendosi il rischio del dissenso, con la sua consueta serietà metodologica, aperta al possibile e rivolta non all’altrove ma alla realtà quotidiana. La complessità e la molteplicità degli eventi rappresentati ne “Il Coraggio di Davide” induce a dubitare delle scelte univoche e delle soluzioni definitive.»
Forme visive e sonore: il progetto musicale “èrebos”
Il progetto musicale “èrebos” del compositore Paolo Jus, a corredo dell’esposizione, concorre sapientemente al riconoscimento delle atmosfere emotive e alla comprensione dei contenuti e dei valori presenti. L’energia dei movimenti armonici e lo slancio di certi silenzi cambiano il modo di sentire il mondo. Le forme visive e sonore sono capaci di trasformare i percorsi di lettura, per accogliere anche la poesia entro gli spazi tradizionali della razionalità e della conoscenza. Stefano e Paolo Jus coniano così un nuovo immaginario, suggeriscono coraggiose aperture in ascolto di luci e ombre del Terzo Millennio.