TOMOKO FAIT - RUGGERO LENCI
Giappone – Italia | Pittura - Scultura
dal 03/05/2024 al 07/05/2024
Museo Crocetti Via Cassia 492 Roma (RM)
Tra gli innumerevoli talenti che colorano il panorama artistico contemporaneo, emerge la figura affascinante di Tomoko Fait, un'artista giapponese le cui sfolgoranti composizioni stupiscono e stimolano la mente, invitando a immergersi in un universo di forme in continue mutazioni, variazioni di colori e micro disegni intriganti. Tomoko Fait, con la sua inconfondibile arte, crea opere che vanno oltre la semplice rappresentazione visiva, penetrano nell'animo degli spettatori suscitando sorpresa e talvolta disorientamento. E’ facile perdersi nel dedalo delle linee fluttuanti dell’antica tradizione nipponica, inseguendo combinazioni complesse che si tramutano in improvvise costellazioni floreali. La successione nella rappresentazione di istanti e di pause invita a fermarsi, a tornare indietro, immaginando percorsi favolosi e surreali. Le sue tele sono dipinte con la sicurezza del tratto, talvolta interrotto e spesso modulare, con una tecnica che mescola abilmente segni e colori. Nascono così assemblaggi seducenti che catturano l'attenzione e ispirano l'immaginazione. Ogni frammento racconta una storia, ogni colore evoca un'emozione, trasportando l’osservatore in un viaggio sensoriale e concettuale poetico. L'immersione visiva nel labirinti creati dall’artista svela una o più fiabe che cercano un inizio e una fine. Si inseguono forme libere e leggere, si penetra all’interno delle composizioni, si respira la densità di presenze oscure, di tessiture, di merletti. Quelle che appaiono veri e propri itinerari si dividono in sentieri dell'ignoto, per poi muoversi in movimenti circolari tra mille variazioni e successioni di momenti irripetibili. Si ritorna alla realtà, custodi di una esplorazione onirica.
Umberto Vattani
Presidente dell’Associazione Italia-Giappone
Al caos mitico, alla spiritualità, all’enigma metafisico delle opere di Tomoko Fait si oppongono, per così dire, le sculture di Ruggero Lenci. Da sempre credo che egli viva un furor mathematicus che si risolve in una straordinaria razionalità compositiva. La sua arte di fonda sulla combinazione di elementi, una successione di elementi preziosi che recano su di essi infinite potenzialità di accoglimento di ulteriori elementi. L’avventura plastica delle sculture di Ruggero Lenci è un rito aritmetico. Ciò che egli vuole comunicare con queste smaglianti sculture metalliche è la relazione che intercorre tra il più e l’uno. Una serie di micro volumi riescono a colmare i vuoti in una sapiente capacità distributiva. Lo spazio che vedevamo quando le sculture sono aperte scompare nel momento in cui l’insieme si riunisce in se stesso. Come un respiro magico, il moltiplicarsi dei frammenti poetici si rinchiudono nella compattezza del tutto per poi, in altre occasioni, tornare a respirare tra vuoti. Come un’eco delle sculture di Arnaldo Pomodoro ma, al contrario di quelle più dinamiche, le articolazioni mutevoli nello spazio, a volte attraversato da contrazioni e avvolgimenti con un neogusto barocco, costituiscono un avvincente racconto geometrico. Tale racconto pervade in ogni aspetto le brillanti presenze scultoree, nelle quali la razionalità primaria dimostra che è necessario, a volte, il suo contrario. La sorprendente vocazione lenciana per l’ordinamento logico della composizione è nascosta dalla perfetta distribuzione dei pesi e dei vuoti i quali, ricordando Giorgio Vasari, non sembrano predisposti e voluti, ma nati da soli.
Franco Purini
Professore emerito della Facoltà di Architettura di Roma