INTELLIGENZA
ad ognuno la sua
dal 21/06/2025 al 10/07/2025
VISIONI ALTRE Campo del Ghetto Novo 2918 VENEZIA (VE)

INTELLIGENZA : ad ognuno la sua
18 giugno – 10 luglio 2025
VENEZIA Campo del Ghetto Novo 2918
Vernissage sabato 21 giugno 2025 ore 18.00
orari : mercoledì e giovedì 11-14, venerdì, sabato e domenica 11 – 14 | 17 - 20
A cura di Adolfina de Stefani
La mostra INTELLIGENZA: ad ognuno la sua si snoda attraverso la ricerca di 5 artisti che indagano il proprio genio creativo.
Un parallelo e in concomitanza con la 19° Mostra Internazionale di Architettura che porta il titolo: Intelligens Naturale. Artificiale. Collettiva.
Le opere degli artisti selezionati portano alla luce segreti interiori, presenze che invitano lo spettatore a riflettere sulla complessità della mente e della percezione.
Lo spazio della galleria si apre come un giardino dove la vita si presenta serena ma carica di significati nascosti che vengono svelati con l’osservazione oltre l’apparenza.
L’arte portavoce dei mutamenti, in questo periodo storico di cambiamenti è un terreno fertile per la creatività capace di rimuovere terreni sterili per nuovi percorsi proiettati in avanti.
Artisti invitati:
Paolo Vitale, ZERIECO (Osvaldo Rogato) , Sabina Romanin, Alessandra Cardi, Mathieu Weemaels
Scrive Davide Parpinel docente ed esperto di arte e cinema a proposito del lavoro di Polo Vitale
“ L’arte di Paolo Vitale si muove attraverso tre concetti
Primo concetto respirare. Cosa significa respirare? Nell’arte di Vitale respirare significa impadronirsi del segno del grafema; incorporare dentro di sé quell’immagine che l’istinto gli suggerisce di creare, il che rende due creazioni mai uguali tra loro. Se si tratta degli acrilici , la fonte di ispirazione molto spesso è la forma contenuta nell’immagine stessa . Un quadrato, un cerchio, una simmetria, un piatto volume finiscono di essere tali; l’acrilico cancella, camuffa dà un’altra vita a quella pagina, in un perenne dialogo con le forme come i graffiti strappati di Mimmo Rotella o anche i segni di Martin Creed. La forma così creata respira all’interno del supporto: il pannello così neutro, rappresenta la cornice su cui imprimere il suo colore.
Secondo concetto: colore. Vitale nelle sue opere utilizza il colore come un alfabeto. L’alfabeto cromatico dell’artista si struttura a partire dalle forme di colore che getta sulla carta. Vitale procede nella stessa direzione di Cy TWOMBLY, formando una traccia, formando una traccia di significati che chi guarda è costretto a mettere insieme e a decifrare, un alfabeto armonioso. Se osservate i suoi acrilici come i cartoncini a cera o a matita , e seguite le linee di sviluppo della figura, sentirete come i contrasti sonori del jazz di Miles Davis e John Coltrane._Nell’istinto di come tracciati i segni sul supporto, si riconosce un’immagine netta che definisce l’alfabeto e si pone in relazione con il bianco dello sfondo e più in generale con la composizione. La narrazione visiva procede così, lenta e impetuosa e proprio in questa dicotomia tra lento e trattenuto, tra esplosivo e vibrante che si materializza il terzo concetto alla base dell’arte di Paolo Vitale, ossia l’istinto.
Terzo concetto: istinto. L’istinto getta la traccia, domina l’azione pittorica, definisce e contorna i grafemi dell’artista. L’istinto è quella componente essenziale che permette all’opera bidimensionale di uscire dal suo candido e geometrico passepartout, per impadronirsi degli occhi di chi guarda. Riflessione ed esplosione, quindi. Le opere così si compongono di frammenti, di pezzi, di lunghe pause contemplative, interne ed esterne all’opera che, come nei film di Michelangelo Antonioni, devono, poi, esplodere come il fuoco che invade la scena nel finale di Zabriskie Point. Vitale vede le forme, le masse di colore, vede i colori e quindi segue le forme, segna le linee, le campiture di colore e con queste interagisce, le arricchisce di segni che chi osserva deve completare, in cui deve immergersi, così da creare un dialogo. Come è chiaro l’arte di Vitale non finisce in ciò che si osserva, ma prosegue nella mente del fruitore, si incastra come pensiero nei ricordi di chi la contempla, per rivivere, per espandersi, per aggrapparsi alla quotidianità e lasciare che, come detto, tutto si completi istintivamente. Guardate le opere di Vitale. Osservate, contemplate e verificate se poi nella vita di tutti i giorni non rivivete i suoi gesti artistici. Provateci .
Sabina Romanin: La semplificazione delle forme e la campitura piatta sono il tratto distintivo dei suoi lavori pittorici congiungono due tradizioni così distanti nel tempo quali il Rinascimento toscano, in particolare Piero della Francesca, e la pop art, per la influenza che la nostra storia dell’arte ha esercitato sul modernismo.
La dimensione privata rimane al centro della ricerca artistica che affonda le sue radici nella pittura americana, in particolare nella pop art e in artisti quali Hopper e Katz.
In realtà il ritratto, depurato dagli elementi specifici che lo caratterizzano, diventa per la contemporanea influenza sopra citata un “nuovo volto” che acquista, pertanto, una sua specifica rappresentazione che non prevede l’utilizzo della tradizionale pittura tonale ma si limita ad imporre una essenzialità bidimensionale che tende quasi all’astrazione.
Alessandra Cardi: presenta una serie di opere a tecnica mista di grandi dimensioni partendo dal concetto di colore e luce. Lo fa percorrendo la ricerca figurativa fino a fondere in una visione astratta ogni elemento che rappresenta sulla tela.
L’artista cerca il divino o il soprannaturale che qualsiasi oggetto emana rappresentandolo in forma astratta attraverso la materia sia essa acrilico o tecniche miste. Predilige una tavolozza dal cromatismo minimale, bianchi o grigi sfociando alle terre in composizioni sempre equilibrate relazionate allo spazio della tela.
La materia pittorica e spesso abbondante e voluminosa, volutamente usa le mani in gesti spontanei ma espressivi evidenziando pochi elementi che emergono aggiungendo ho togliendo la materia fino a raggiungere l’apice del finito.
Mathieu WEEMAELS
Mathieu Weemaels, pittore e pastellista belga, nato nel 1967. Vive e lavora a Bruxelles.
Sebbene prevalentemente figurativa, l'opera di Mathieu Weemaels ha una dimensione astratta sia nella forma: ricerca di composizioni radicali, sia nella sostanza: silenzio, solitudine, contemplazione.
Il punto di partenza della maggior parte dei suoi dipinti è nel mondo chiuso del suo studio. Sono semplici oggetti di uso quotidiano. Candele, giacche appese a un chiodo, tessuti, tavoli, carte, frutta, fiori…
Gli specchi sono una caratteristica frequente delle sue composizioni. Il reale riflesso qui è come una finestra su un'altra possibile realtà, un altro mondo a portata di mano.
Sebbene la maggior parte dei suoi dipinti e pastelli siano composizioni con vari oggetti, il campo della figura umana è presente anche in una serie di nudi che si sono evoluti nel tempo.
I paesaggi e i paesaggi urbani costituiscono una terza grande categoria.
VISIONI ALTRE opera nel campo dell’arte contemporanea, che non nasce da motivi commerciali, ma da un’idea più estesa concepita anche in funzione degli altri, per offrire la possibilità di godere della Bellezza, di attivare il dialogo e lo scambio, di potenziare la visione culturale che abbraccia a 360° le arti contemporanee.
Esporre opere che hanno l’intento di stimolare il pensiero attraverso l’analisi, la contemplazione, l’estetica, e la ricerca sempre innovativa, oltre alla collaborazione con le ISTITUZIONI che sono il supporto principale per lo sviluppo della conoscenza.
L’arte è il luogo della condivisione di pensieri e di esperienze, un arcipelago collaborativo che crea forme di appartenenza umana capaci di riconoscere, includere, abbracciare tutti.
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