Rome International art fair 17

by it's liquid group  dal 05/12/2025 al 18/12/2025

Medina Art Gallery Via Angelo Poliziano 32-34 Roma (RM)


Rome International art fair 17 ROME INTERNATIONAL ART FAIR 2025 analizza il rapporto tra corpo e spazio, e l’ibridazione tra identità e contesti culturali/fisici/sociali/urbani nella contemporaneità, attraverso due sezioni principali: MIXING IDENTITIES e FUTURE LANDSCAPES.

MIXING IDENTITIES esplora le parti nascoste delle nostre identità, offrendo un’esperienza immersiva all’interno dell’affascinante universo dei complessi labirinti della coscienza. Il corpo umano è un sistema in continua trasformazione che ci connette con altri corpi e spazi per percepire la realtà circostante; un potente sistema comunicativo con un proprio linguaggio e infiniti modi di espressione.

FUTURE LANDSCAPES presenta paesaggi astratti, infiniti e concettuali, associati a un senso di libertà ed espansione. Sperimentati principalmente attraverso la mente, questi spazi ridefiniscono i propri limiti e confini, trasformando le superfici in un flusso aperto di idee pure. La sezione si concentra sul concetto di confine e sulle strutture che intercorrono tra corpo, mente e anima, tra identità umana e città, tra spazio e suolo.

Attraverso le loro diverse pratiche, oltre quaranta artisti internazionali incarnano i temi centrali della ROME INTERNATIONAL ART FAIR 2025, offrendo ciascuno una prospettiva unica sulla continua evoluzione del rapporto tra corpo, identità e spazio.

Dalla Turchia, Cenk Akaltun attinge alla sua esperienza nella serigrafia e nel graphic design per sviluppare un linguaggio pittorico organico e guidato dal processo, ispirato al simbolismo spirituale dell’acqua. La fluidità, la fusione cromatica e il duplice ruolo dell’acqua — fonte di vita e al tempo stesso elemento distruttivo — informano composizioni che si comportano come organismi viventi, evocando ecosistemi che spaziano dal microscopico alla scala urbana. Ogni dipinto funziona come una struttura spirituale unificata, dove gli elementi individuali acquistano significato solo attraverso la loro connessione al tutto.

Con un background simile ma risultati diversi, Steffen Wagner — artista e graphic designer con base a Berlino — fonde tipografia e rigore minimalista. Radicata nel disegno, la sua pratica si è evoluta in un’approfondita indagine sulla forma delle lettere e sul loro potenziale espressivo. Attraverso poster, schizzi e sistemi tipografici sperimentali, Wagner ricerca chiarezza, ritmo ed impatto emotivo, trattando il design visivo come uno strumento di dialogo ed empowerment, e affermando la creatività come forza senza limiti.

La pratica fotografica di Xu Kangyi nasce come un modo istintivo per preservare momenti fugaci carichi di quieta emotività: divisa tra Macao e Boston, l’artista predilige silhouette, luce naturale e delicati tableaux in cui la quiete rivela la vulnerabilità umana. Spesso ritraendo figure solitarie o scambi sottili tra sconosciuti, le sue immagini esplorano l’identità come entità fluida plasmata dalla memoria e dal luogo. Invece di isolare i soggetti, li lascia fondere con ombra, riflesso e spazio architettonico, invitando lo spettatore a ritrovare echi delle proprie esperienze.

Guidata in modo analogo dall’idea che tutto nella vita sia connesso, Mirela Lesneanu indaga i parallelismi tra corpo umano e strutture organiche attraverso collage, incisione, inchiostro, acrilico e fotografia, riflettendo sull’antico simbolismo della natura, sui cicli di morte e rinascita e sulla credenza nella sensibilità degli alberi. Le sue opere stratificate portano lo spettatore oltre le apparenze, verso una riscoperta del proprio legame con il mondo naturale, trasformando la riflessione personale in una meditazione universale sul senso di appartenenza.

In questo contesto, Roma torna a essere un interlocutore attivo, capace di amplificare il potere narrativo delle opere contemporanee attraverso i suoi secoli di memoria culturale. Ed è in questo scenario che la pratica di Artur Mirzoyan risuona con particolare intensità, combinando la rigorosa tecnica accademica con l’immediatezza di un fotogramma cinematografico, reinterpretando motivi simbolici dell’arte classica europea. Attraverso silhouette precise, contorni levigati e una tavolozza ricca e profonda, spesso arricchita da dorature, le sue composizioni rivelano il dramma racchiuso in un singolo istante, sospeso tra movimento e quiete, ampliando il linguaggio della pittura classica e aprendo nuove vie alla narrazione visiva.


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