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Lo Studio d’Arte del Lauro rende omaggio all’opera di Sergio Romiti, uno dei veri
grandi artisti della seconda metà del Novecento, con una mostra che si presenta come
una piccola antologica e comprende circa quindici opere su tela, dagli oli degli anni
‘50 e ‘60 agli acrilici degli ultimi anni, e una ventina di carte che ne tracciano con
precisione il percorso.
Scrive Sandro Parmiggiani nel catalogo pubblicato per la mostra:
(...) L’intera opera di Sergio Romiti, sviluppatasi dentro il chiuso di una stanza,
ha sondato prima la verità intima delle cose e si è spinta poi fino ai confini ultimi
dello spazio senza limiti, prefigurando le architetture dell’immaginario: un viaggio
appassionato, il suo, dentro la pittura, alla quale lui si è consegnato totalmente, così
che i suoi lavori sono i portolani di questo suo transito e di questo suo insediamento,
il distillato di una sensibilità acutissima, lo specchio di scoperte e di battute di arresto,
di una progressiva “educazione sentimentale” che mai ha accettato il compromesso
della stanca ripetizione o dell’adesione al gusto corrente. (…)
Sergio Romiti nasce a Bologna nel 1928. Comincia a dipingere nel 1946 e dal 1948
partecipa assiduamente alla vita artistica nazionale e internazionale.
È stato presente a tutte le Biennali di Venezia dal 1952, anno in cui la Giuria
Internazionale gli ha conferito il Premio Ferrania, al 1960 con gruppi di opere
e una sala personale. Ha partecipato inoltre alla V e VIII Quadriennale di Roma.
Sue opere figurano in importanti raccolte private e pubbliche, in musei in Italia
e all’estero tra cui la Tate Gallery a Londra.

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