ESSERCI
non essendoci
dal 18/04/2012 al 27/04/2012
milano (MI)
Maurizio Aprea - in concomitanza con la sua partecipazione alla pluripersonale “Più luce” presso la Galleria Ostrakon di via Pastrengo 15 - inaugura la Mostra “Esserci, non essendoci” in via Confalonieri 11 insieme a Kaapi Carla Barnabei, Carola De Agostini, Danny Mansmith e Monika Wolf.
Unisce le opere dei cinque tra artiste e artisti - diversi nei temi e nello stile - un filo di comune sentire, d’Esserci, di R-Esistere, affiancati nella convinzione che il lavoro artistico - che collega la vita al racconto della vita - sia parte fondamentale dell’esistenza e serva ad ampliare e arricchire lo spazio dell’ umano.
Maurizio Aprea. Nasce a Milano nel 1951. Dopo il Liceo artistico si diploma in scultura all’Accademia di Brera. Nei primi anni Settanta si dedica principalmente al disegno. Dal 1976 inizia a utilizzare materie plastiche illuminate dalla luce artificiale. “La sua ostinazione è desiderio costante di racconto […] racconto possibile con la rottura del linguaggio tradizionale, con l’invenzione di forme nuove, nuove possibilità espressive. “Gli “oscillanti” […] oscillano alle correnti d’aria o mossi dai gesti dello spettatore. Su queste lastre – graffiati, percettibili, non invadenti – piccoli frammenti di racconto che vanno a comporre una storia complessiva […] di immagini vive della memoria.” [da: Aprea, il nuovo racconto, di Piero Del Giudice]. Dal 1974 a oggi espone spesso privilegiando mostre che organizza autonomamente. Vive e lavora a Milano.
Kaapi Carla Barnabei. “Ho insegnato per metà della mia vita al liceo artistico di Brera, dove avevo studiato proseguendo con l’Accademia di Belle Arti. In seguito (negli anni ’70) ho iniziato un percorso di ricerca ancora in divenire. Sin da bambina ho trovato nel contatto e nel dialogo con la natura gioia e conforto appassionandomi all’arte ed alla musica popolare del mondo ed all’approccio sciamanico agli altri mondi. In seguito, questi riferimenti essenziali, via via, hanno ispirato il mio percorso per circa venti anni fino, nel 2008, alla formazione in astrosciamanesimo presso la Findhorn Foundation in Scozia ed il Centro Provordo di Jesi in Italia. Oggi, in questa seconda parte della mia vita ancora “Ascolto & racconto Storie”. Ascoltare la connessione tra i mondi e testimoniarlo, per questo, vivo come lavoro e lavoro come vivo, in bilico fra micro installazioni nel quotidiano ed interventi multi-mediali in mostre collettive e personali. Le mie installazioni nascono sempre da incontri intesi come ponti fra realtà multidimensionali apparentemente separate. Continuo a sconfinare in visioni tra poesia ed altre manifestazioni, nella vita quotidiana ed in altre dimensioni. Apro la porta a ciò che aspetto e non conosco, sempre disponibile a testimoniare e a condividere”.
Carola De Agostini. Nasce a Milano nel 1971. Frequenta L’Accademia di Belle Arti e si diploma in Scenografia nel 1995. Attraverso installazioni scenografiche insegue l’idea “dello spazio che racconta”, che evoca suggestioni e sensazioni, ricordi dell’infanzia e del vissuto. Per la progettazione delle installazioni a volte Carola prende spunto dal mondo delle fiabe e quindi dalle metafore o archetipi in esse contenuti. Col tempo la relazione con le installazioni si rafforza e il contesto inizia a non avere più la stessa importanza: è l’opera che racconta e trasforma mettendo in scena. La storia più strettamente “professionale” di Carola soddisfa il suo desiderio di apprendere tecniche e materiali per la realizzazione scenica: “ora come tecnico di palcoscenico mi piace pensare di essere strumento per la realizzazione della magia che ogni volta avviene sul palcoscenico.” Dal 1993 espone in collettive e personali. Vive e lavora in diverse città, per ora Milano, Firenze e Verona.