No men at work. Scene inanimate di lavori svolti
cene inanimate di lavori svolti
dal 01/10/2012 al 03/11/2012
Roma (RM)
s.t. foto libreria galleria prosegue la propria ricerca sugli archivi fotografici dispersi, sulle immagini orfane del passato -riconducibili a una molteplicità di pratiche extra-artistiche della fotografia e riproposte con la sigla di AA.VV-Anonimo- con una mostra che trae spunto dal tema del lavoro, attorno a cui ruota la XI edizione di Fotografia - Festival Internazionale di Roma: No men at work. Scene inanimate di lavori svolti.
Il progetto, a cura di Matteo Di Castro, selezionato per il circuito del festival stesso, ci propone una rilettura originale di questo classico ambito di applicazione della fotografia documentaria del Novecento.
Protagonisti delle immagini in mostra, raccolte nel corso degli anni e selezionate per l’occasione, non sono infatti i lavoratori, nelle loro diverse forme di vita individuale e sociale, nella varietà delle mansioni e delle situazioni. Anziché individuare nell’homo faber, nel corpo in azione (seppure del tutto statico, inattivo, o a riposo) la misura del visibile, si è scelto di puntare su quelle foto del passato in cui non v’è traccia di presenza umana e il lavoro si identifica con altri interpreti del processo produttivo: ambienti di vario genere (magazzini, cantieri, uffici, officine, locali commerciali), macchinari e strumenti tecnici, forza-lavoro animale, sino alla merce vera e propria, alla promozione dei prodotti finiti: pesche, scarpe, automobili…
Lo still life, la messa in scena di un microcosmo senza vita, da una parte, e le vedute anche panoramiche di interni ed esterni parimenti vuoti, disabitati, non animati, si rivelano i punti di vista più ricorrenti in questa serie di scatti.
Dietro tali immagini -una cinquantina di stampe originali, non c’è dunque il documentarismo umanistico del fotoreporter, ma lo sguardo distaccato di una serie di professionisti, spesso direttamente ingaggiati da questa o quella azienda.
Ma al di là della genesi e delle implicazioni ideologiche di un simile repertorio iconografico, l’obiettivo della mostra è quello di cogliere e valorizzare l’inedita densità estetica di tali immagini del secolo scorso: quella vocazione metafisica e archeologica a catturare una realtà devitalizzata, che nutre tanta fotografia contemporanea.
Oltre alle stampe esposte a parete, la serata di apertura della mostra propone uno slide show con una più ampia selezione di immagini, abbinato al dj-set del giovane fotografo Paolo Teta.
La fotografia contemporanea sarà poi protagonista della serata 22 ottobre, con un secondo slide show curato da Artnoise: una collettiva di fotografi contemporanei che hanno affrontato nel loro lavoro lo stesso concept del progetto No Men at Work.