Il cono d'ombra

Pittori della realtà a confronto  dal 30/04/2015 al 13/05/2015

Simultanea Spazi d'Arte via San Zanobi 45 r Firenze (FI)


Il cono d'ombra Simultanea Spazi d’Arte, realtà curatoriale gestita dalle storiche e critiche d’arte Daniela Pronestì e Roberta Fiorini, inaugura, giovedì 30 aprile alle 17.30, la mostra Il cono d’ombra. Pittori della realtà a confronto che si propone di offrire uno spaccato su alcune declinazioni del realismo pittorico contemporaneo. A partire dal paesaggio urbano come luogo in cui il racconto identitario si divide in una pluralità di sensazioni ed esperienze che scandiscono il rapporto tra individuo e collettività (Daniela Doni), passando poi alla figurazione che, in evidente debito con la fotografia, accentua la resa del dato oggettivo per riportare l’attenzione sul volto umano come diaframma tra l’esteriorità e l’interiorità dell’essere umano (Elena Montiani) o come chiave di accesso ad un mistero celato nella pallida luce di uno scenario notturno (Riccardo Macinai). In altri casi, invece, la figura segna il confine tra i desideri inconfessabili dell’uomo e il bisogno di infrangere le convenzioni sociali (Yuri Tosi), oppure si carica di riferimenti personali e autobiografici che la proiettano in una dimensione allusiva e simbolica (Teresa Luzii).


Secoli di storia della teoria artistica ci insegnano che l’occhio del pittore non si ferma alla sola evidenza del dato naturale, ma seleziona, associa, enfatizza e confronta le informazioni visive in base alle sue attitudini e finalità. Se nel caso dell’astrazione pittorica l’esperienza dell’occhio umano si sublima in un passaggio dall’esteriorità dall’interiorità della visione per effetto di una profonda assimilazione del vissuto percettivo, la pittura figurativa, invece, mette in scena il meccanismo stesso del vedere, durante cui l’artista “estrae” dal mondo reale le variabili - forma, colore, distanza, grandezza, luminosità - che maggiormente destano la sua sensibilità. Il pittore - scrive Antonio Gatto - è un occhio che vede dentro il suo vedere, come dire che la pittura, al di là di ogni pretesa oggettività, è sempre il risultato di una visione personale del mondo e di un atto interpretativo che nasce dalla consapevolezza che nessuna rappresentazione pittorica potrà mai restituire l’inesauribile ricchezza del visibile. Lo sguardo che si posa sulla realtà si confronta con la difficoltà di tradurre in un’immagine ferma e conclusa le continue variazioni che rendono fluida e inafferrabile la visione di un oggetto nello spazio: io guardo e credo di vedere ma ciò che vedo e sento del mondo esterno è semplicemente ciò che ne estraggono i miei sensi per illuminare la mia condotta (H.L.Bergson). Aprendosi alla varietà e alla complessità del visibile, la pittura del Novecento ha smesso di essere un occhio sospeso sulla totalità del mondo (I. Calvino) per prendere atto della relatività su cui si fonda la conoscenza di ciò che ci circonda. Essere pittori della realtà significa, oggi più che mai, avvalersi dei meccanismi comunicativi dell’immagine per rompere quello che Eugenio Montale in Ossi di seppia definisce l’inganno consueto, cioè l’insieme di convenzioni visive e culturali che influenzano e in molti casi determinano il nostro modo di guardare al mondo. Svelare l’inganno del visibile vuol dire provare la vertigine del vuoto, infrangere l’illusione della realtà. Il grande equivoco e al contempo la grande forza del realismo pittorico, infatti, è confondere verità e finzione, visione oggettiva e interpretazione, per entrare nel cono d’ombra del reale, dove ogni cosa rivela un senso nuovo e inatteso.

Un tema che la pittura del nostro tempo affronta privilegiando una lettura simbolica del reale oppure orientandosi, come scrive Alessandra Maria Sette in Pittura e realtà (2000), verso una sfera privata, che guarda all’intimità e al quotidiano, che racconta il nuovo disagio “metropolitano” e le problematiche legate ai rapporti interpersonali, che esprime la soggettività dell’artista e il suo immaginario privato. La novità sta nella consapevolezza da parte dell’artista dell’incapacità, oggi, di abbracciare tutto il mondo in un’unica visione e di poter affermare valori universali. La figurazione contemporanea è portatrice di un messaggio mai urlato ma sussurato, o al più dichiarato con ironia, sempre e in ogni caso con la consapevolezza di non poter dare risposte assolute.


La mostra resterà aperta al pubblico fino al 13 maggio dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00.




Daniela Doni, in arte “donid”, è nata a Milano, dove vive e lavora.
Da sempre interessata alla pittura, frequenta il Corso Superiore degli Artefici e la Scuola di Nudo presso l’Accademia di Brera. Disegna a pastello, dipinge ad acquerello e ad olio. L’uso della spatola le ha permesso di connotare in maniera personale il suo registro pittorico. E’ socia del Centro Artistico Culturale Milanese, dove tiene anche un corso di olio a spatola. Fa parte degli artisti del Museo della Permanente Palazzo delle Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Premiata in numerosi concorsi di pittura, ha esposto in diverse città italiane (Milano, Venezia, Genova, Lucca, Roma) sia in personale che in collettiva.
Teresa Luzii, nata a Nereto (TE) nel 1973, dimostra un amore precoce per l'arte, tanto da frequentare un primo corso di pittura all'età di dieci anni nella bottega di un maestro d'arte, a cui ne sono seguiti altri nel corso degli anni. Soltanto nel 2012, in seguito alla partecipazione ad una collettiva presso la Galleria Mondrian Suite di Roma, inizia il suo attuale percorso creativo. Terza classificata al Premio d'Arte 'La Grisaglia' (Martinsicuro, Teramo, 2012), ha ricevuto il premio della Giuria tecnica all’Art Contest, presso Palazzo Pardi di Colonnella (TE) nel 2014. Selezionata al Premio 'Fiorenza Sorbelli', ha preso parte alla collettiva 'Technology's man - tracce di umanesimo nella modernità tecnologica' presso la Galleria Indipendent Artists in Busto Garolfo (MI) nel 2014.
Riccardo Macinai, fiorentino, si occupa di fotografia e pittura fin dai primi anni ’80. Il ritratto è il genere che più lo appassiona, tanto da averlo approfondito e declinato in vari modi. I suoi lavori nascono sempre da uno scatto fotografico che può rimanere tale oppure intraprendere un percorso più complesso che, attraverso la pittura e la manipolazione digitale, porta alla realizzazione di opere con caratteristiche del tutto peculiari. Ha esposto a Firenze (Palazzo Giugni, Reali Poste della Galleria degli Uffizii, Museo Archeologico, Villa Pozzolini, Ex Chiesa San Carlo dei Barnabiti, Fortezza da Basso, Studio Rosai), Prato e Lucca sia in personale che in collettiva, ed è inserito nelle pubblicazioni Art in Italy n° 35 (2012, Adriano Parise Editore) e BAU Contenitore di Cultura Contemporanea (10° edizione 2013).

Elena Montiani (1983) pittrice e designer fiorentina, inizia la sua attività pittorica frequentando uno stage al Teatro Verdi di Pisa con la scenografa Beatrice Meoni, con cui prendere parte alla realizzazione delle scene per lo spettacolo “La voce di Omero”. Dal 2009 ad oggi ha esposto in numerose città italiane (Firenze, Lucca, Assisi, Milano, Reggio Emilia) e straniere (Francoforte, Fiera “Light and Building”; Kiev, Arte Fiera) e ha collaborato come designer con diverse aziende del settore. La sua pittura si concentra sullo studio della figura femminile, con una tavolozza cromatica che privilegia i toni del grigio, spesso vivacizzati da un accenno di rosso. Nel 2014 la partecipazione ai workshop del pittore torinese Silvio Porzionato determina una svolta nel suo registro espressivo, portandola a sperimentare nuove tecniche pittoriche. Attualmente si divide tra la pittura e la professione dell’interior designer con l’obiettivo di stabilire una sinergia tra questi due differenti aspetti della creatività.

Yuri Tosi (1985), giovane artista riminese, coltiva da sempre una passione per il disegno e la pittura, unendo alle basi di una solida formazione artistica le esperienze maturate nel corso dei suoi viaggi. La figura femminile è al centro del suo immaginario pittorico, che si avvale del contrasto tra ombra e luce per proiettare il corpo umano in una dimensione carica di inquietudine e mistero. Dal 2010 ad oggi ha preso parte a diverse mostre collettive ed eventi fieristici (Arte Padova, Arte Genova), riscuotendo larghi consensi da parte della critica e del pubblico.



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