gu@rd@b@ssi Il TerzOOcchiO

personale di Mirco Guardabassi a cura di Antonio E.M. Giordano  dal 16/08/2017 al 03/09/2017

Antica Fattoria La Parrina Strada vicinale Parrina bivio via Aurelia km 146 Albinia (GR)


gu@rd@b@ssi Il TerzOOcchiO Gu@rd@b@ssi Il TerzO OcchiO
di Antonio E.M. Giordano

Il TerzO OcchiO, al centro della fronte, è collegato al VI chakra e presupposto dell’intuizione, capacità di cogliere una verità senza usare la logica mentale. Fa parte della sfera irrazionale dell’uomo e può vedere dentro un organismo umano, in modo micro o macroscopico. Rientra nella sfera dei talenti personali e tende alla divinazione e alla veggenza. Mirco Guardabassi, grazie all’intuito, ha la percezione della coscienza collettiva, che gli consente di scrutare e svelare le criticità dei fenomeni sociali. Capacità non disgiunta dal naturale talento artistico di sperimentare le possibilità espressive dei diversi linguaggi della materia, nelle forme organiche (legno in Totem, terracotta in Serratura) e inorganiche (alluminio in Parabola e in Terrae motus/Earthquake, vetroresina in Guerriero, plexiglass in Artemisia). Lo stile dell’artista è nutrito di reminiscenze Pop Art, ha una fattura semplificata e neo-primitivista, utilizza colori primari e vivaci per stigmatizzare fenomeni che attraversano, con gravi ripercussioni internazionali, la società del proprio tempo. La denuncia sconfina dalla sfera collettiva a quella individuale. Scie chimiche lancia un messaggio ambientalista contro l’inquinamento atmosferico globale. Già American crack denunciava la crisi economica planetaria dilagata nel mondo dagli Stati Uniti e dal fallimento della Lehman Brothers e Economic power denuncia lo strapotere della plutocrazia finanziaria. Dalla scena internazionale a quella nazionale, dal terremoto finanziario delle borse mondiali al sisma di Amatrice del 24 agosto 2016, omaggio alle vittime dell’Italia centrale è Terrae motus/Earthquake, dal masso di ½ q che allude al dissesto idrogeologico del territorio italiano. Parabola, in lamiera metallica lavorata con la fiamma ossidrica, è un ironico riferimento all’antenna televisiva segnata con il tipico “segno” peculiare dell’artista: una ferita cucita, una cicatrice con tanto di punti. Subliminale ricordo della ferita alla mano e ricerca di un dialogo tra Uomo e Natura più vero, diretto e non mediato dai mezzi di comunicazione, sempre pronti a distorcere la verità. Ironico segno dell’unico modo in cui l’uomo dialoga con la Natura, attraverso una continua mediazione che mostra il reale senza mai farne davvero prendere contatto. Tra l’uomo e la Natura, ormai ci sono soltanto i media e la rete informatica, vuol dire il Floppy disk nell’opera Data. Il pianeta Terra è testimone della follia di una società basata sul predominio della finanza spietata e sulla realtà virtuale che unisce in rete ma in realtà isola. L’artista nelle sue opere lascia il segno/vulnus, scavando come il vomere dell’aratro: una ferita cucita che lascia nel cuore e nell’anima una cicatrice. Un subliminale simbolo della sessualità femminile, offesa, violata, annientata, posta nel pube della vibrante scultura Artemisia, dal titolo memore della caravaggesca pittrice Gentileschi, vittima di stupro ad opera del maestro. La ricerca di un dialogo armonico e il difficoltoso cammino verso il rispetto reciproco tra i due sessi è da ricercare in Fe-male/Affronto, scultura nella quale le metalliche sagome, virile e muliebre, sono affrontate nel tentativo di un approccio e di un abbraccio reso impossibile dalla mutilazione delle braccia di entrambe le figure, così come mutila è la violata Artemisia. L’universo femminile e la sua travagliata problematica è anche al centro di Violenza e Rinascita, omaggio alla Body Art con l’impronta del corpo femminile impressa sulla tela. Dirty wall rende omaggio alla Street art, alla quale l’artista di Umbertide è solidale nella funzione critica di denuncia della pittura nei murales, alla sua ampia platea popolare e cita nella scritta sul muro “sporco”. Anche nella dimensione individuale ma come dilagante fenomeno di massa, le enormi labbra di Lips svelano l’assurda ossessione e l’abuso della chirurgia plastica per fini meramente estetici, inseguendo un’apparente eterna giovinezza. Allo stesso modo Lifting, gigantesco occhio sbarrato e fisso nel vuoto, allude alla Morte che invano si cerca di allontanare ma ci attende inesorabile. Red hands, rievoca Cuevas ricoperte da pitture rupestri paleolitiche con mani impresse di ocra rossa, in funzione rituale o apotropaica, ma sottende un episodio autobiografico di un incidente adolescenziale, con una sanguinante ferita sulla mano ricucita in ospedale dal chirurgo, che diverrà la riconoscibile firma su sculture e tele di Mirco Guardabassi. Gusto tra il classico e il neo-metafisico ha la scultura Guerriero dalla nudità (come la Veritas) eroica; il miles è pronto, iimpugnando lo scudo e issando la lancia, a combattere in difesa dei diritti umanitari, contro speculazioni e distruzioni, in difesa dell’ambiente, della cultura e dell’arte. Maremma cow è una scultura site specific, nata dal simbolo dell’Antica Fattoria La Parrina, con il bucranio a raccontare l’importazione di una razza bovina dalle pregiate caratteristiche, da parte di un antenato dell’attuale nobile proprietaria, nell’azienda agricola di una allora sterminata tenuta. In quest’edenica oasi di quies e di relax, tra vigneti uliveti frutteti e vivai di piante e fiori, trova spazio congeniale l’Arte ambientalista e neoprimitiva di Mirco Guardabassi. mirco-78@hotmail.it www.guardabassimirco.it



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