Ombre e Luci
il paesaggio del corpo
dal 10/08/2018 al 02/09/2018
Galleria d'Arte Comunale Piazza dell'Unità d'Italia 4 Trieste (TS)
Si inaugura venerdì 10 agosto alle ore 19.30, presso la Galleria d'Arte Comunale di Piazza dell'Unità d'Italia 4, la mostra personale "Ombre e Luci - il paesaggio del corpo" di Armando Casalino.
Rita Marizza, artista e docente d'arte terapia, guiderà i partecipanti tra le opere esposte. Un progetto questo che nasce nel 2013 con i primi studi e si conclude nel 2018 con l'allestimento della mostra a cura del Comune di Trieste.
Il fascino del corpo femminile, che si scopre un sorprendente paesaggio, emerge attraverso riflessi di luce che affiorano dolcemente quale evocazione diretta dei moti più profondi dell’anima.
La capacità di cogliere la bellezza di una forma aldilà dell’ossessiva ricerca puramente materialistica della perfezione, di osservare la casta bellezza di un corpo come fosse un paesaggio dipinto su tela e di riuscire a intuirne la morbida sensualità, sono il risultato del viaggio introspettivo che percorre lo spettatore di fronte a tali paesaggi.
Il nudo femminile, le dolci curve e le tenui ombre che vi si posano gentilmente inducono a una visione quasi onirica, all’ interno della quale ognuno di noi si scopre bambino nel dare la propria interpretazione personale a tali forme, come fossero nuvole che si modificano continuamente.
La vernice proseguirà con un recital delle attrici Olimpia Maya D’Acunzo e
Martina Valentini Marinaz che interpreteranno dei testi a tema e leggeranno gli haiku di Toni Piccini, scritti per l'occasione e dedicati alle opere in mostra.
Seguirà un buffet ed un brindisi.
3407929694 info@fotograffiare.com
LA CRITICA di Rita Marizza
Sempre capace di sorprendere Armando Casalino, artista fotografo, con questa sua nuova produzione, offre allo spettatore prospettive su un mondo costituito da luci e ombre, in cui l'immagine svela e nasconde, racconta e tace, continuamente dall'immobilità, si trasforma. Le sue opere aprono “finestre”, quel tipo di finestra che l'Alberti, il Brunelleschi e Durer aprirono (fino a giungere alla camera ottica di Antonio Canal) per organizzare un nuovo sguardo sul mondo e raccontare il genere/paesaggio.
Ma perché ci sia paesaggio deve esserci “distanza”, come afferma Wajcman, e la finestra è proprio “lo strumento di questa messa a distanza”. Distanza e intima vicinanza in questi paesaggi che, fatti di luce e colore, emergono con violenza e energia vitale dall'ombra caravaggesca che sembra voler assorbire e fagocitare in sé ciò che si sforza di emergere e venire alla luce.
Nasce, infatti.
E quel che cattura lo spettatore è un inganno dei sensi. La distanza prodotta dalla finestra che fa desiderare la vicinanza del tatto, del sentire palpabile, della carezza. L'udito che crede di percepire la musica di un respiro o il profondo silenzio del buio primordiale. La vista, ingannata dall'abile gioco di luci e ombre, si confonde, crede di distinguere ma si perde tra sogno e realtà, tra apparenza e parvenza: corpo e/o paesaggio?
Ma citando Michael Jakob “il paesaggio è strettamente collegato al corpo... alla soggettività. Il paesaggio... si insinua nell'essenza del soggetto che lo vive, fa parte del suo progetto di vita e degli aspetti fondamentali della sua esistenza. Il paesaggio diventa corpo stesso, lo costituisce sia interiormente che esteriormente”.
Così l'inganno dei sensi diventa poesia e, più che stimolare desideri sensuali, evoca nostalgie profonde, che si inabissano negli eterni miti persi nell'infinito del tempo e dello spazio. Finestre aperte su corpi/paesaggi come memorie stratificate, archetipi universali, mappe esistenziali che danno l’idea di un “per sempre” che non sappiamo più dire.
Rita Marizza
BIOGRAFIA
Armando Casalino, nasce a Trieste il 27/03/1963. Fotografo e artista,inizia a fotografare appena decenne e negli anni ’70 sperimenta lo sviluppo e la stampa del B/N, nonché il passaggio a fotocamere reflex. Segue i grandi maestri della fotografia quali Newton, Hamilton, Hine, Stieglitz, Cartier-Bresson, Capa, Ray, che influenzano in modo determinante il suo stile.
Per molti anni Casalino utilizza la fotografia come passatempo e solo nel 2010 comincia ad approfondirne lo studio e a sperimentarne diversi stili fino a trovare quello a lui più consono. Da questo momento nasce la necessità di mettersi in gioco attraverso un innovativo stile fotografico ed è così che nel 2012, ispirato ad un insolito spettacolo di danza moderna, realizza la sua prima personale, “MitoLogicaMente”, in cui personaggi mitologici rivivono per incarnare alcune delle più forti emozioni umane.
Nel 2013 nasce “Progetto Donna”, la sua seconda personale, con la quale questa volta decide di dare eco a tematiche sociali molto delicate, come: la mutilazione genitale, la violenza e lo stupro, nonché la protesta femminile, ritraendo dal vero alcune esponenti delle “Femen” italiane. Tali argomenti catturano da subito l’attenzione dei media, grazie ai quali molti scatti di “Progetto Donna” vengono pubblicati su diversi rotocalchi italiani e stranieri e ottengono allo stesso tempo un grande consenso anche sul web, dove spopolano per mesi.
Più tardi Casalino espone a Torino, Genova, Pordenone, Lodi e Milano. Ottiene il primo premio come migliore progetto al concorso nazionale “Chiamala violenza non amore” dove “Burqua”, “Infibulazione” e “Breast ironing” vengono premiati e successivamente esposti a Milano e a Torino.
Casalino è un artista in continua evoluzione, pertanto dalla denuncia sociale della violenza sulle donne, approda ad alcuni fra i più controversi argomenti, quali: l’omosessualità, le unioni civili e i diritti dei transessuali e lo fa con la sua innata eleganza e la consapevolezza di camminare su un terreno molto farraginoso, seppur di grande attualità. E’ da tale presupposto che nel 2016 nasce il primo calendario italiano Lgbt, che ritrae le drag-queen del gruppo triestino Jotassassina.
Attraverso i suoi scatti, l’artista riesce a cogliere in modo magistrale la duplicità uomo-donna che caratterizza la personalità dei suoi ambigui protagonisti, nei quali tuttavia i due aspetti convivono in modo perfettamente bilanciato.Nel progetto “Ombre e Luci” le opere ritraggono parti di corpi femminili che, grazie ad un sapiente uso delle luci, frutto di anni di studio dell'artista che non ricorre mai a ritocchi artificiali, assumono sembianze paesaggistiche che richiamano alla mente morbide dune di sabbia illuminate da una tenue luce lunare o desolati scorci, vivacizzati dalla rugiada che ne illumina le dolci linee.
Da sempre impegnato nella rappresentazione della donna sotto vari aspetti sociali, culturali e psicologici, anche questa volta Casalino compie un accurato studio dell'immagine femminile che ne esalta il corpo in modo elegante e ricercato, trasfigurandolo in immagini che l'osservatore può interiorizzare in modo del tutto soggettivo, dandone quindi un'interpretazione del tutto personale.
Cristina Buscemi