Flavio Tiberti - Oltremuro
People are strange
dal 24/12/2019 al 24/09/2019
Castello Luna Via Castello Sciacca (AG)
Sette scatti per rappresentare la barriera-muro in tutte le sue sfaccettature (intime, razziali, social-virtuali); ma anche la voglia, la volontà, la spinta per superare questo ostacolo alla nostra percezione. Durante tutta la durata della mostra, dal titolo Oltremuro (non a caso), sarà proiettato un lungometraggio dedicato all’immigrazione. È interessante che il fotografo torinese Flavio Tiberti decida di intervenire, con le sue opere, sulle vecchie mura del Castello Luna di Sciacca. Luogo in cui, secondo le parole del giornalista Bruno Maggiolo, si è consumato il conflitto per un amore segreto tra i Perollo e i Luna ma «anche per interessi politici ed economici. Gli stessi interessi politici ed economici che ancora oggi agitano il fenomeno della migrazione».
La mostra è patrocinata dal Comune di Sciacca e sponsorizzata dalla Cooperativa Agorà e Sciacca Musei.
Armato di non-tecnologia anacronistica, ossia apparecchiature degli anni 70 e negativi in bianco e nero, Flavio Tiberti propone un abile intreccio tra il ritratto e un inusuale still-life ora rivolto verso composizioni sempre più minimal.
Ha esposto in gallerie e spazi privati e pubblici in tutta Italia, da Torino a Palermo, in Germania e negli Stati Uniti. Vanta collaborazioni eccellenti in svariati ambiti artistici, dalla pittura al teatro alla musica.
Nel suo testo critico lo storico dell’arte Anthony Francesco Bentivegna spiega:
“[…] Flavio Tiberti ricerca una spasmodica spazialità in schemi rigidi, rigorosi, centrali, quasi matematici, simili a quelli della prospettiva di Piero della Francesca. E in questa esperienza “in prima persona” gioca con la percezione cognitiva mettendola continuamente alla prova […]. Con questo ciclo ci invita a spegnere il cellulare, a cercare la finestra nella stanza, la fessura nel muro. Non vuole metterci a corrente dell’esistenza di un mondo nuovo e inedito, ma desidera risvegliare il fruitore dalla trance di osservare il vuoto per consentirgli di mettere a fuoco, proprio come una macchina fotografica, il mondo circostante, affinché ne possa cogliere gli aspetti concreti: il godere di un momento che mai più si ripeterà, l’introspezione per ritrovare il nostro io più puro (muro-corazza), l’andare oltre le etnie e la condizione sociale, per comprendere che siamo fatti della stessa materia (muro di facciata)”.