Rafael Y. Herman
dal 01/04/2019 al 04/10/2019
Zazà Ramen noodle bar & restaurant Via Solferino 48 Milano (MI)
Si rinnova l’incontro semestrale con l’arte contemporanea e la cucina giapponese promosso da Brendan Becht, fondatore del locale di via Solferino e collezionista, che per questa nuova stagione invita il fotografo Rafael Y. Herman.
Dopo aver esposto nella Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale nel 2006 e allo Studio Guastalla, l’artista israeliano torna a Milano presentando un’installazione fotografica su larga scala di recente produzione (Saltus III, già esposta al Ludwig Múzeum di Budapest) e alcuni scatti del progetto “Bereshit/Genesi” (2004-2006).
Nel suo lavoro Rafael Yossef Herman ritrae l'esistenza nascosta dell'oscurità notturna, sperimentando una sensazione visiva che con i soli mezzi naturali di cui è provvisto l’uomo non è dato conoscere. Come nella fotografia esposta da Zazà, Saltus III, i soggetti sono principalmente alberi, sentieri e radure nelle foreste o campi aperti con fiori, ambienti familiari e al tempo stesso perturbanti che richiedono un confronto coi propri limiti percettivi. Le luci della notte, percepibili solo con l’ausilio tecnologico, creano ombre inedite, con uno spettro di colori e dettagli luminosi diversi da quelli della luce solare.
Anche le tre fotografie del progetto “Bereshit/Genesi” sono scattate di notte alla luce della luna, senza alcuna manipolazione digitale. Gli alberi sono circondati da una luce quasi senza spazio e senza confine, come quella del primo giorno che secondo la tradizione ebraica era la luce spirituale, o nella Genesi, il principio appunto. L’albero è metafora della vita dell’essere umano e della scelta, albero della conoscenza, del Bene e del Male. Gli alberi di Israele, la terra di Bereshit, sono ritratti solitari nel deserto, nelle notti di luna piena.
Rafael Yossef Herman ci propone la visione di un’"altra realtà", quella delle immagini notturne che non solo creano un'atmosfera simile al giorno ma costruiscono una vera e propria realtà alternativa mai vista dall'occhio umano. Herman esamina i limiti della surrealtà e della realtà senza tempo, in un certo senso, ricercando la virtualità o una nuova realtà dal mistero della notte. Sebbene il paesaggio notturno ci sia vicino, i suoi dettagli non possono essere osservati. Questi paesaggi che non esistono per l'occhio umano, sono quindi intuizioni in un'altra realtà.