Franco Molteni

evocazioni del corpo  dal 25/04/2009 al 08/05/2009

  Carimate (CO)


Franco Molteni A Carimate, dal prossimo 25 aprile sarà possibile ammirare – eccezionalmente - 50 sculture circa dell’artista di Cantù (Como) Franco Molteni, scomparso nel 2001.
La mostra retrospettiva, curata da Dorian Cara e da Antonella Ferrari del Centro per la Conservazione delle Opere d’Arte Ferrari Restauri, intende valorizzare il lavoro del significativo maestro scomparso, in attesa delle più ricche e doverose celebrazioni previste per il centenario della nascita, nel 2012.
Erede dell’antica tradizione canturina dell’intaglio, Franco Molteni, nato nel 1912, è stato artista di indubbio carisma e versatilità nel plasmare la materia, non solo quella lignea, ma anche su cera, creta, gesso, terracotta, marmo, metallo e polistirolo.
Formatosi all’Istituto Statale d’Arte di Cantù (Como), e successivamente all’Accademia di Brera a Milano, con una breve parentesi all’Accademia di Belle Arti di Roma, dal 1957, si trasferisce per circa 30 anni nel cantone svizzero del Vaud, presso Vevey, prima, e Montreaux, dopo. Qui, nel suo laboratorio, prosegue quella attività artistica, alternata all’insegnamento che lo afferma nella Svizzera francofona, realizzando diverse esposizione personali e collettive, e tributandogli innumerevoli premi e apprezzamenti sia dalla critica che dal pubblico.
La sua fama di intagliatore ligneo gli è valsa la committenza, da parte dell’attore Charlie Chaplin, per la decorazione della sua residenza Manoir de Ban, presso Corsier-sur-Vevey tra il 1959 e il 1960.
Nello stile di Molteni, ben rappresentato dai diversi tipi di esecuzione esposte alla mostra di Carimate, emergono echi, spunti e letture rigenerate dell’opera di grandi maestri storici come Medardo Rosso e Amedeo Modigliani, fusi – originalmente – ad elementi naturalistici e della scultura primitiva africana, richiamata in segni ancestrali come le torsioni di corpi danzanti, e, infine, con motivi stilistici desunti dalla formazione accademica di fine Ottocento e inizi Novecento di cui era in possesso.
L’esito è duplice, da un lato, la materia generata dalla luce, dall’altro la figura talvolta grottesca, che viene espressa in funzione di arredo, in forme di nuovo design: si pensi alle cariatidi concepite a montanti di camino, alle botti intagliate con scene di vendemmia, ai torchi il cui perno è una figura danzante, a maniglie in forma di sirene, e a cavalli marini come fermi per il camino.
La scultura di Franco Molteni è quindi qualcosa di più della rappresentazione immobile della realtà, ed essa diviene oggetto ludico quotidiano e in movimento, mai inutile, anzi richiamo efficace alla bellezza costruita con incantevole poeticità.


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