FIMMINA
mostra fotografica
dal 15/08/2009 al 30/08/2009
TAORMINA (ME)
La “fimmina”
Donna, woman, femme, frau, mujer, fimmina …
Svariati significati in svariate lingue che si riferiscono al medesimo significato … oppure no?
Talune scuole di pensiero ritengono che il modo in cui viene chiamata una persona, un essere o un oggetto influenza il modo in cui il parlante la pensa. Nel dialetto siciliano l’accezione fimmina assume diverse sfumature di significato: dalla madre di famiglia, alla donna in carriera, alla “mangiatrice di uomini”, alla donna matura in genere.
Gli scatti esposti in questa mostra sembrano proporre uno spettro dei molteplici significati che possono essere attribuiti alla parola “fimmina”.
Si dice che gli esquimesi posseggano nel proprio linguaggio almeno cento termini per definire la neve e che questo permetta loro una conoscenza della neve (e delle sue manifestazioni) superiore a qualsiasi altro popolo. I siciliani, di converso, usano pochi termini per un universo di significati che spesso vengono identificati da gesti, posture, espressioni corporee e dalla mimica; tali elementi li ritroviamo nelle opere di questa esposizione. È come se ogni foto avesse come unica didascalia la parola fimmina e che l’espressione facciale e corporea del soggetto caratterizzasse l’esatto significato del termine. Il termine denotativo fimmina acquisisce la sua connotazione nella manifestazione fotografica; l’utilizzo del bianco e nero cristallizza questo significato in un contesto indefinito che non ha spazio ne tempo.
Nella galleria che visitiamo in questo viaggio attraverso l’universo femminile troviamo una sola foto che vede fondersi due corpi di donna di diversa etnia, entrambi in posizione fetale. È con questo fotogramma che l’artista, ermetico ed estremamente comunicativo al tempo stesso, rappresenta la perfetta integrazione tra culture che, solo nell’universo femminile, raggiunge la completa accettazione dell’altro.
Un viaggio, dunque, attraverso l’universo femminile che, come consuetudine consolidata per Pietro Polizzi, mette il fruitore dell’opera di fronte ad uno stimolo proiettivo di fronte al quale cimentarsi in un processo di significazione che l’opera stessa non esaurisce (caratteristica che rende la sua produzione artistica, dal sociale, all’astratto, unica nel suo genere). L’opera, infatti, si pone quale “spinta” che attiva in ogni singolo fruitore un pensiero ed una connotazione unici ed irripetibili.
Dott. Enzo Monteleone
Per Polizzivideo
Info@polizzivideo.it
Via di Marco, 8 – 90042 Borgetto (PA)
Tel. 0918981870 www.polizzivideo.it