ANCHE UNA SCIMMIA SAPREBBE FARLO
mostra di lavori di Giorgio Dursi a cura di Valentina Urriani
dal 31/08/2009 al 26/09/2009
Macerata (MC)
INAUGURAZIONE LUNEDì 31 AGOSTO ore 19:00, Caffè Del Viale, v.le Don Bosco 6 (vicino Stazione), Macerata.
ANCHE UNA SCIMMIA SAPREBBE FARLO !
Testo introduttivo a cura di Valentina Urriani
“Mi ha sempre affascinato lo spostamento in termini di luogo, tempo, spazio, identità, punti di vista, la ridefinizione dello stesso soggetto in un altro luogo. Duchamp ha messo le basi di tutto questo, la ridefinizione del significato, ma anche dei luoghi”. (Maurizio Cattelan).
È sulle note dei Tilly and the Wall che percorro sui miei pattini a quattro ruote, le stanze da gioco in cui sono esposti i lavori di Giorgio Dursi; “Let us be free!” cantano loro, saltando sui palloncini colorati con una ballerina di tip tap al posto del batterista.
Mentre procedo, l’intrattenimento inatteso prende forma di paradosso satirico e sardonica provocazione, nelle sue cromie vivaci che mi ricordano le festose vetrofanie della scuola materna.
È da una pioggia di sguardi di persone assenti -che solo i sognatori sanno vedere- che mi riparo sotto un ombrello ready-made che in parte è scultura, in parte pezzo di design, in parte costume.
Poco dopo torna il sereno, entrano altri visitatori e così mi avvicino incuriosita a uno spettatore panciuto e un po’ sdegnato, che dice a sua moglie basita “anche una scimmia saprebbe fare questo quadro!”. Accipicchia! Sembra un prodigio! La tela non fa altro che ripetere le sue parole!
Mi scappa da ridere, questo posto sembra proprio interessante; e con la curiosità di Alice mi avvicino alle altre bizzarre meraviglie: uno studioso scruta una tela in uno sforzo di massima inclinazione del cristallino; se ne sta lì raccolto in se stesso, ricurvo, tanto da chiedermi: “sarà lui la scultura vivente o quella tela è così indecifrabile?”
Lo lascio ai suoi cavilli e mi allontano, mi accorgo che dalla porta è riuscita a entrare un’ape “bzzzzzz…bzzzzz” che per fortuna non si avvicina a me. “Di api ce n’è molte e di molti tipi. Ma in quanto api non differiscono l’una dall’altra”, diceva Platone…ed eccola l’ape, che si dirige verso quella parete laggiù, attratta da mille puntini rossi. Oh che ne sa lei di “astratto” e “concreto”! Vado a vedere cosa sono quelle macchie e scopro finalmente il volto dell’artista, che affetto da morbillo, con taglio fresco e divertito, mi ricorda che il suo omonimo George Seurat influenzato dallo stesso virus, inventò il pointillisme.
Se la ride, lui! Però sembra gentile e dal muro fa spuntare la sua mano invitandomi a stringerla; ma io non ne sono affatto sicura, e se volesse farmi uno scherzo come quello della scossa elettrica?
Oh, ma eccolo di nuovo nella stanza accanto, il burlone! Il buco con l’arte intorno di Lucio Fontana diventa il buco con l’artista intorno! Sospettoso mi spia da dietro il proprio ritratto, per vedere cosa penso del suo lavoro! Prima di andar via gli faccio l’occhiolino!
Citando Marina Abramovic, "Credo che l'artista debba essere un disturbatore e noi dobbiamo interrogare la bellezza”, non c’è, e non vuole esserci, un tema conduttore in questa serie di lavori di Giorgio Dursi in mostra al Caffé del Viale. Il leitmotiv è ritmato da uno zigzagare divertito da un territorio all’altro, un lasciarsi penetrare dagli influssi più disparati, rielaborarli in modo imprevisto e imprevedibile. Vuole fornire l’apparenza di uno svago leggero, permesso invece dalla padronanza di elementi - remixati con spirito ludico e humour- provenienti dalla pittura, dall’arte concettuale, dal design, dalla comunicazione, dalla performance e dalla cultura kitsch.
Giorgio Dursi (1982) si è laureato in Storia dell’Arte Contemporanea a Roma, per poi trasferirsi a Milano a studiare comunicazione e pubblicità. Attualmente si guadagna la paghetta lavorando come creativo freelance. Ha partecipato con alcuni suoi lavori alla mostra collettiva Stanze Aperte 2009, Altidona (AP), organizzata da Nazareno Luciani. Vive con il terrore che qualche stramba idea gli baleni alla mente e non lo lasci più vivere tranquillo.