MATRILINEARE
Hysterical Women
dal 20/03/2010 al 31/03/2010
Perugia (PG)
Il 20 Marzo 2010 il gruppo d’artiste londinese Hysterical Women presenterá la mostra
“Matrilineare” presso il suggestivo Spazio Calisti di Perugia.
La mostra condurrá lo spettatore ad esplorare i sotterranei dello spazio\grembro delle
opere esposte, fatti di volte a botte e a crociera, con mattoni a vista e resti di mura
risalenti all’epoca etrusca.
Su invito di Simona Calisti le quattro artiste del gruppo Hysterical Women, Alexandra
Unger, Anna Lewenhaupt, Marcela Iriarte, Maya Berthou e con la partecipazione
dell’artista Maria Carmela Milano, hanno selezionato e prodotto lavori ad hoc per
sfruttare al meglio le potenzialitá di un luogo cosí carico di storia ed emozioni.
“Matrilineare” é la discendenza trasmessa da madre in figlia fino al puro femminino ancestrale, detto anche ancestro
uterino. È proprio questa continuitá ad essere indagata dalle artiste di Hysterical Women, al fine di enunciare la
condizione della donna d’oggi evidenziando pregiudizi antichi e contemporanei sul sesso “debole.”
Le artiste combinano le loro esperienze internazionali per mostrare i loro punti di vista del tutto femminili sui rituali
privati e sulle preoccupazioni delle donne, attraverso la loro pratica artistica.
Lo stesso nome del gruppo, Hysterical Women, fa riferimento ironicamente ad una “falsa malattia” legata alla
sessualitá femminile, evidenziando idee e pregiudizi radicati in una societá costruita da uomini.
“Matrilineare” è quel filo conduttore che svela la realtá femminile offuscata, modificata da una storia scritta da uomini,
una discendenza genetica che potrebbe essere rintracciata, attraverso il mitochondrial DNA, trasmesso solo di madre
in figlio/a – sino quel primo ancestro uterino.
Le opere esposte intendono aprire degli spiragli sull’essere donna, come essere singolare, ponendo al centro il loro
ego, non come essere relativo ad una prospettiva che di norma e’ maschile.
L’elemento femminile é sempre stato considerato come appartenente alla categoria dell’autre come dice Simone de
Beauvoir. Nella maggioranza delle antiche mitologie e nelle culture primitive si trova l’espressione di una dualita’
dell’essere e dell’altro: Varuna-Mitra, Urano-Zeus, Sole-Luna, Giorno-Notte.
Le artiste trascendono questa dualitá esprimendosi come “intero”, corpo e mente, angeliche e carnali, madri e puttane.
Alexandra Unger punta il suo sguardo sulla relazione donna-utero e sull’immaginario relativo alla sessualitá
femminile. Con Leda’s reproductive system, l’artista indaga anche la possibilitá di una riproduzione e una continuiá
della specie solo al femminile.
Anna Lewenhaupt esplora attraverso i suoi lavori il mondo interno, il regno dell’inconscio. L’artista in Icon, lascia
parlare l’Es, dando spazio a quegli elementi irrazionali presenti nel quotidiano che ci legano al passato, come in The
Doll Installation, attraverso il filtro della memoria.
Marcela Iriarte con la tecnica del collage reinterpreta e ridispone film, poster, fotografie, alla scoperta di un
meccanismo culturale e di un’ereditá artistica femminile.. L’artista prende in esame l’uso del velo dei personaggi
femminili nei film Arabi, interrogandosi sulle ragioni, oltre quelle religiose, per le quali si rispetta e si tramanda questo
costume, chiedendosi quale mistero sia nascosto dietro il velo.
Maria Carmela Milano proporrá un’installazione che esplora lo stretto legame fra le donne della famiglia attraverso la
tecnica della tessitura. Tecnica usata per tenere stretti i legami familiari e sociali, per raccontarsi storie e tramandarsi
un sapere al femminile. L'artista tessirá una storia attraverso una trama fatta di immagini e tessuti una ragnatela di
legami matri-lineari.
Maya Berthou userá il suo clown, carattere creato ed esplorato dall’artista in piú occasioni, e le fara’ “abitare” il bagno,
il posto piú intimo della casa. Il bagno rappresenta il retroscena per eccellenza dove i rituali privati hanno luogo.
Attraverso la tecnica del cucito su tela, il clown si laverà la faccia mostrando il suo volto di donna.
Sara Pergola
Curatore