Robert Rauschenberg - Gluts
Gluts
dal 13/10/2010 al 27/02/2011
Varese (VA)
La mostra, suggerita sul sito di Eventi in Rete, http://www.3c-event.eu, propone una selezione di oltre 40 opere di Robert Rauschenberg provenienti da istituzioni e collezioni private internazionali di cui sono curatori Susan Davidson e David White. Dopo un tour internazionale che ha coinvolto importanti sedi quali il Guggenheim di Venezia, il museo Tinguely di Basilea e il Guggenheim di Bilbao, l’esposizione di Varese è arricchita da un nuovo nucleo di opere grazie anche al contributo e il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Varese e del Consolato degli Stati Uniti d'America a Milano e al patrocinio del Comune di Varese.
Rauschenberg è sempre riuscito a scoprire nuovi modi di impiegare gli scarti donando loro una seconda vita che li rinvigorisce. E così, davanti agli oggetti più disparati, ammucchiati nel suo studio, impiega il medesimo approccio diretto per affrontare i Gluts (1986–89 e 1991–95) assemblaggi di oggetti di recupero, la maggior parte in metallo, che rappresentano la sua ultima serie di sculture. Negli anni '80 Rauschenberg comincia infatti a concentrare il proprio interesse artistico sull'esplorazione delle proprietà visive del metallo. Assemblando vari oggetti metallici, o serigrafando immagini fotografiche su alluminio, bronzo, ottone, rame, l'artista americano cerca di catturare le proprietà riflettenti, materiche e scultoree del materiale. Il primo corpus di opere realizzato con questo nuovo tipo di tecnica sono Gluts.
Rauschenberg affermava, a proposito dei Gluts: “E' il momento dell'eccesso, l'avidità è rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente. Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovine […] Penso ai Gluts come a souvenir privi di nostalgia. Ciò che devono realmente fare è offrire alle persone l'esperienza di guardare le cose in relazione alle loro molteplici possibilità”. Rauschenberg sceglie questi oggetti non solo per il loro valore quotidiano ma anche per le loro proprietà formali. Individualmente o nel loro insieme, materiali come questi sono alla base del suo vocabolario artistico, la sua empatia per gli oggetti di scarto è quasi viscerale. “Gli oggetti abbandonati mi fanno simpatia e così cerco di salvarne il più possibile.”