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BAD- Brera Art and Design
Via Formentini 4/6 - Milano
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lun.ve. dalle 10 alle 19 e sab.dalle 15 alle 18
Gallerista Ida Aliquò

Opere di Alice Lissoni
a cura di Ornella Garbin e Stefano Busacca

Alice ha visto. Ha visto quello che sta fuori e ciò che sta dentro. E vede come può vedere un’artista, con l’ardore della ricerca.
Utilizzando le visioni interiori, con la sua intro-flessione cava fuori, porta alla luce quello che grazie alla formazione scientifica aveva scoperto, ma solo con la creatività sensibile riesce a com-prendere. La tecnica usata non a caso è il collage, modus operandi prediletto dai surrealisti, grandi esploratori nell’introspezione analitica e inoltre veri amanti dello scandalo come forma d’arte. Oggi dare scandalo è impresa ardua, pochi ci riescono, e questo non è l’intento di Alice. Come una Veggente propone le sue carte in visione con pochi elementi di contorno, senza imporre con prepotenza oggetti perturbanti. Anche il pubblico è invitato a guardare con altrettanta discrezione, è bello avvicinarsi a questa summa di elementi umani, e lasciare che tutto ciò che ci compone, ci costruisce, venga letto, decifrato dalla nostra parte più intima.

Ornella Garbin

Alice concentra la sua ricerca sulla fisionomia umana, che diventa un empirico mezzo di sperimentazione e insieme rivela modelli interpretativi.
Il suo lavoro consiste nel prelevare volti e corpi di modelle e ritagli misti di colore da riviste patinate, scomporli e ricomporli in tanti puzzle disordinati, intervenendo con la colla vinilica, la cementite e in alcuni casi la pelle. Volti e corpi vengono vivisezionati e ricomposti per dare luce a nuove armonie, o nuove dissonanze. Il risultato è di forte effetto, dove la grafica e l’illustrazione vanno a braccetto con l’immagine fotografica in un perfetto mix estetico.
Il tocco di Alice, inquietante e imperfetto, si differenzia dall’ondata di paper crafters degli ultimi tempi.
Le sue immagini, quasi sempre ritratti, sono davvero misteriose. Sono personaggi surreali, gelidi, astratti, imperfetti e deformati.

Stefano Busacca

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