Ironiche realtà immaginarie
Mostra Collettiva di Illustrazione
dal 26/05/2011 al 05/06/2011
milano (MI)
Dopo il successo della I Mostra di illustrazione “Stupore e Incanto”, Sassetti Cultura prosegue il percorso nell’ambito dell'illustrazione. La sequenza delle 36 opere in mostra, ingloba il racconto di personaggi in “non luoghi” immaginari; la vita che vi entra in diverse forme, viene scomposta/ricreata nella dimensione fantastica dell’illustrazione. Gli artisti inseguono una realtà che è enigmatica, tra i confini delle cose, che si nasconde, muta in continuazione. Ogni opera è fusione tra straordinario e fiabesco, tra colore e movimento. Il mondo rappresentato in maniera fantasiosa ha un’anima, vive. E’ qualcosa che muove, ti comunica, emoziona. L’esposizione è nel complesso un insieme di luoghi e personaggi metamorfici.
La mostra vuole essere uno sguardo oltre le cose, dove si possa percepire la trasformazione di “qualcosa” di ordinario e scontato che diventa “qualcosa” di palpitante, non semplici figure, ma forme che si articolano nello spazio del racconto. Non c’è una rivisitazione consapevole di un luogo, di uno spazio conosciuto di un esperienza concreta di memoria. Si rivela invece ciò che non si era registrato, somatizzato consciamente. Un che di rimosso di conosciuto e ma di pur vissuto nella vita reale.
Gli artisti illustrano la forma, tenendo centrale un'immagine principalmente figurativa, che al contempo ricerca e si concede il respiro di un confronto con l'esperienza e la tradizione grafico/ pittorica internazionale. La mostra vuole essere un riflessione sull'immagine, con un attenzione particolare per la figura umana, analizzata e rielaborata attraverso un dialogo complesso tra riconoscibilità/stravolgimento completo del soggetto, che è il continuo dualismo caratteristico dell’illustrazione.
E il viaggio inizia … verso i paesaggi di Cristina Storti Gajani dove il mondo della natura e della fantasia si intrecciano in un unico insieme, in delicate illustrazioni, a tal punto da farsi pura poesia visiva. Le sue opere sono sintesi di molteplici contaminazioni, influenze, correnti. I suoi paesaggi dischiudono il confine tra il fare/quotidiano e l’impossibile/fantastico.
Ogni opera di Ginetta Ioni risponde sempre al bisogno di meravigliarsi, che c’è in ognuno di noi. all’immersione in un mondo fiabesco, in cui i segni si articolano a formare immaginari villaggi svettanti verso l’alto o racchiuse in macrofigure che li contengono come “Il Palazzo dell’Utopia”. Ginetta Ioni vuole cogliere qualcosa che sfugge ai nostri cinque sensi ma che una volta preso, porterà ad una maggiore rappresentazione del da qui tetti/antenna, villaggi/giostra). Attinge a piene mani dalla dimensione dell’immaginazione. Col suo sguardo delinea, attraverso l’uso di linee fluide, semplici, delicate mondi altri come solo i bambini dotati della più intensa fantasia sono in grado di fare. Villaggi che sembrano quasi fluttuanti sulla superficie incuranti dello spazio circostante, dove le leggi fisiche terrene e della gravità non valessero più.
Serena Viola gioca con i colori, con i volumi, con le distanze. Le pennellate veloci liberano materializzando nello sfondo curiosi personaggi – protagonisti dell’opera, realizzando campiture monocromatiche e veloci. Ogni immagine col suo particolare punto di vista ci propone nuove prospettive e variazioni dimensionali delle scene rappresentate. Le figure sono essenziali e minimali, ciascuna delineata da un estemporaneo lineamento-tratto nero. Le silouettes sono ora leggerissime, eteree ora importanti a tal punto da impadronirsi di tutto lo spazio, come fossero vicinissime all’artista al momento della sua rappresentazione, ora minute-miniature, lontanissime ora sovradimensionate a tal punto da impadronirsi di tutto lo spazio. induce ad entrare nel loro spazio, creando un legame tra mondo del personaggio osservato e osservatore.
Fabio Sardo si serve abilmente dell’illustrazione per i suoi viaggi spazio temporali. Le sue immagini sono ricostruzioni minuziose che ci rendono “scene d’altri tempi”. Fabio segue tracce, sviluppando narrazioni di storie. Le scene rappresentate sono sempre immerse in atmosfere serene tranquille e le figure hanno ora l’espressione della felicità, ora lo sguardo della speranza. Le figure sono dinamiche e senza sosta, si muovono e vivono la loro storia.
Le opere di Claudia Bettinardi ci propongono una sorta di surreale viaggio attraverso insolite atmosfere, colte nell’attimo dopo un’esplosione … di palloncini colorati o dopo la caduta a picco…in un laghetto. Il colore e la trama dello sfondo sembrano quasi voler riempire questa scena dove domina la figura centrale del protagonista. Claudia ci regala atmosfere sospese in cui dominano personaggi dai corpi minutissimi quasi ancorati a terra dalle grandi teste pensose. usa “codici segreti”, alfabeti di citazioni, si raccontano. L’insieme delle sue opere coglie il tema della mostra una riflessione sull'immagine della figura umana ed il mondo in cui vive, elaborando i lineamenti tramite un dialogo articolato tra riconoscibilità e totale trasformazione del soggetto.
Ed ecco infine una totale sperimentazione nelle campiture monocromatiche e vivaci di Linda Gridelli. Per chi è ancora alla ricerca di qualcosa di pop ! Linda ci tuffa nel mondo delle icone pop, dell’immaginario collettivo degli ultimi decenni. La selezione delle opere è una serie di omaggi a personaggi significativi del panorama artistico culturale degli ultimi decenni da Guccini, a Mick Jagger. In altre opere Linda si rifugia in paesaggi lontani dove è la natura ad essere protagonista. Austere tigri o elegantissime pantere in primo piano, con allo sfondo un paesaggio che si fa quasi astratto nella sua trasfigurazione.
L'esposizione delle opere sarà accompagnata da quella dei book e pubblicazioni personali degli artisti, in cui le illustrazioni esposte trovano spazio tra le parole dei racconti, completano la magia della narrazione.
Lucilla Trotta