FUTURE LANDSCAPES

BORDERS ART FAIR 2025  dal 25/07/2025 al 07/08/2025

Palazzo Albrizzi-Capello Associazione Culturale Italo-Tedesca (ACIT), Cannaregio 4118 Venezia (VE)


FUTURE LANDSCAPES Contemporaneamente alla collettiva FUTURE LANDSCAPES, Palazzo Albrizzi-Capello ospiterà anche la mostra personale del fotografo statunitense Christopher B. Fowler, curata da Luca Curci. Fowler propone una visione della fotografia come percorso rigoroso alla ricerca della verità e della luce nascosta nelle cose. La sua tecnica è essenziale e lontana dalla manipolazione digitale: niente Photoshop né filtri, solo semplici tagli e regolazioni di base. Usa un unico obiettivo e prospettive grandangolari per cogliere la piena profondità delle scene e offrire allo spettatore un’esperienza autentica, senza filtri, in connessione diretta con l’essenza dei soggetti. Il suo lavoro esprime un impulso profondamente umano: la spinta creativa a osservare, comprendere e interpretare il mondo che ci circonda.
La creatività umana non conosce confini e continua a manifestarsi in ogni angolo del pianeta. Da millenni, usiamo immaginazione e ingegno per modellare i nostri paesaggi. Oggi le città sono protagoniste di un cambiamento estetico che cerca un nuovo equilibrio tra uomo e natura: un’armonia non solo ecologica ma anche emozionale ed estetica. Abbiamo di fronte grandi sfide che richiedono nuovi linguaggi e visioni per creare spazi inediti, affascinanti, aperti. Il nostro obiettivo è immaginare paesaggi futuri senza barriere mentali o fisiche, dove l’essere umano possa esprimersi in piena libertà.
In linea con questa riflessione, il fotografo italiano Nicolò Orsi Battaglini unisce rigore scientifico e sensibilità artistica. Per lui, la macchina fotografica non è solo uno strumento tecnico, ma un mezzo d’indagine che svela dettagli nascosti e ne mette in luce i legami con sistemi più ampi. Le sue immagini sono studiate con attenzione e costruite con equilibrio tra il dettaglio ravvicinato e lo sguardo d’insieme, invitando a una lettura più consapevole e profonda del mondo. Con un approccio del tutto diverso l’artista spagnola Nluz Love usa la fotografia digitale per esplorare il dialogo tra l’eredità artistica e la tecnologia contemporanea. Attraverso sperimentazioni visive, il suo lavoro rievoca lo spirito di Pablo Picasso, fondendo architettura e innovazione creativa per raccontare un messaggio senza tempo: un ponte tra passato, presente e futuro che riflette su come la creatività continui a trasformare il mondo.
Pur concentrandosi sulla figura umana, Bela Gutman affronta i temi della forma, della tensione e delle relazioni spaziali come metafora della creatività: un equilibrio tra emozioni interiori e contesti esterni. Le sue opere, ricche di strati e texture, evocano paesaggi interiori, psicologici, specchio delle complesse dinamiche tra bisogni umani e ambiente urbano. Un linguaggio simile - fatto di contrasti tra linee delicate, tratti marcati e superfici vibranti - emerge nelle illustrazioni digitali di Selma Imrenk: una pratica intuitiva, guidata da emozioni, ricordi e impressioni spontanee, in costante dialogo tra forza, dolcezza e invisibile.
L’artista Minquan Wang, invece, intreccia architettura, urbanistica e critica sociale per ripensare il legame tra memoria individuale e spazio pubblico. Attraverso modelli e progetti concettuali, immagina un sistema in cui gli oggetti personali vengano custoditi in moduli architettonici, trasformando il rito della sepoltura in un monumento partecipativo, vivo, inserito nel tessuto urbano. A questa visione si collega l’approccio più intimo e poetico di Vivi, che trasforma la memoria in immagini di luce e forma. Le sue fotografie creano esperienze visive brevi e immersive, in cui la geometria e la luce danno vita a nuove realtà, fatte di eleganza e silenzio.
Attraverso un contatto diretto con l’argilla e una profonda attenzione alle superfici, Marie Puybaraud dà voce a una creatività primordiale che connette passato e futuro. Le sue sculture, sospese tra astrazione e figura, si ispirano a forme rituali arcaiche: l’artista modella colpendo e premendo l’argilla, arricchendola poi con smalti ceramici colorati, ossidi naturali e patine elaborate. Il risultato è un equilibrio tra materia e spirito, un richiamo alla quiete, all’interiorità e alla connessione umana universale. Un’esplorazione parallela, concentrata sul colore e sul movimento, è quella della pittrice francese Jeanne Marette, che lavora con inchiostri su carta pregiata di grande formato. Con l’uso sapiente del blu, Marette richiama gli elementi naturali dell’aria e dell’acqua; riducendo le forme all’essenziale, le sue opere trasmettono leggerezza, energia e spiritualità, combinando forza espressiva e grazia visiva.
CK Maurer, con il progetto “Synthetic Realities”, dissolve i confini tra natura, identità e tecnologia. Attraverso una collaborazione con l’intelligenza artificiale, fonde volti umani iper-realistici con forme sintetiche e surreali, creando immagini che mettono in discussione ciò che è naturale e ciò che è artificiale. Il suo metodo alterna intenzione artistica e imprevedibilità algoritmica, lasciando spazio alla sorpresa generata dalla macchina ma mantenendo sempre una forte componente emotiva e umana. In questo modo, Maurer ci invita a riflettere su come l’intelligenza artificiale stia trasformando la percezione, l’autenticità e la nostra idea di realtà. In sintonia con questa visione, l’artista autodidatta Dimitra Papageorgiou lavora principalmente con olio e acrilico su tela, legno di recupero e legno levigato dal mare. Con spatole e pennelli costruisce superfici ricche di movimento e matericità. Si ispira alla forza e alla bellezza della natura - orizzonti marini, coste selvagge, fiori - rielaborando queste visioni attraverso una sensibilità personale. Le sue opere catturano l’energia emotiva dei paesaggi naturali, fondendo realtà e immaginazione per evocare libertà, equilibrio e l’armonia eterna che attraversa il mondo naturale.


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