La civiltà dei Mamm'er

Mamm'er  dal 21/02/2019 al 08/03/2019

Palazzo Tupputi via Cardinale Dell'Olio Bisceglie (BT)


La civilt#224; dei Mamm'er La civiltà dei Mamm’er
La civiltà dei Mamm’er è di pura invenzione dell’artista Marco Maria Baj. Conoscendo la civiltà Dauna e le sue bellissime stele, l’artista ha immaginato una nuova civiltà con riti, immagini, sculture, usanze. Collocata tra il IX e il V secolo a. C, la civiltà dei Mamm’er nasce da un semplice villaggio nel Gargano, Vesta. Nei primi anni dell'VIII secolo a.C., la società si trasformò e le riforme comportarono la creazione di nuove istituzioni e stabilirono la natura militare. La sua capitale, Vieste, aveva il controllo generale delle forze di terra e di mare. Sfruttando al meglio le risorse della foresta Umbra, i Mamm’er costruirono una flotta navale che era superiore alla vicina Manfredonia a nord e alla rivale del sud Peschici. Inoltre il commercio con gli spartani, dislocati a Taranto, arricchirono Vieste con nuove usanze legate alla guerra.
Le numerose figure femminili steatopigie (cosiddette "Veneri") avevano diversi scopi: fertilità femminile, fertilità dei campi, fertilità nella guerra. Si pensa venissero collocate sulle colline più alte e posizionate con il campo visivo più ampio. Non vi è traccia di pigmento, tessuti, ma non è da escludere l’utilizzo. Alle volte le statuette erano murate nelle macere a ridosso degli oliveti, a guardia del territorio. Le loro rappresentazioni di corpi umani corpulente, erano l’esatto opposto delle fattezze degli abitanti, probabilmente a causa della scarsità di cibo. La speranza di vita era molto bassa: lo scheletro più vecchio rinvenuto aveva 32 anni, molti morivano ventenni a causa di problemi legati all'alimentazione o ad infezioni, come l'anemia o l’artrite. Gli adulti erano più alti delle altre popolazioni dell’Adriatico con l’altezza media di 176 cm per gli uomini e di 174 cm per le donne.
La condizione femminile nella Civiltà Mamm’er era generalmente migliore rispetto a quella della donna in Grecia o nell'antica Roma. Spesso gestivano direttamente le piccole aziende o imprese dei loro consorti, anche se ovviamente il loro ruolo preminente era legato soprattutto alla vita familiare come mogli e madri. Nell'ambito della vita domestica, a loro era affidata la gestione della casa e della servitù oltre che il compito di educare i figli. Tra le donne più fortunate c'erano le sacerdotesse, che ricevevano educazione artistica e musicale. Si ha notizia di donne giunte a svolgere la professione medica. Questa elevata autonomia sociale delle donne Mamm’er influenzò anche i diritti di quelle greche e romane.
Il contadino Mamm’er dedicava gran parte della giornata a curare i campi di ulivo: potava in inverno e raccoglieva in autunno. Nei luoghi dove non era possibile far arrivare l'acqua con i canali, utilizzava altri sistemi di trasporto o stoccaggio come le cisterne. Il grano era custodito in silos e nei magazzini, i quali dipendevano, per la maggior parte, dallo Stato. I granai dovevano essere pieni per far fronte ai periodi di cattivo raccolto e per approvvigionare l'esercito.

L'allevamento del bestiame rivestiva una notevole importanza. Venivano allevati soprattutto bovini, di razza podolica. Si allevavano anche asini, capre, pecore, oche, conigli, papere, galline e maiali. I Mamm’er riuscirono anche ad addomesticare alcuni animali solitamente selvatici come i cinghiali e i gatti. Questi ultimi furono semplicemente animali da compagnia.
Al mercato era frequente il baratto: le eccedenze agrarie venivano scambiate con manufatti degli artigiani liberi, compreso l'oro.
La civiltà dei Mamm’er si conclude con l’invasione persiana del 542 a.C. ad opera di Ciro. Il figlio Cambise utilizzò parte della flotta dei Mamm’er per invadere l’Egitto. Il territorio Mamm’er diventò colonia persiana e successivamente colonia romana.



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