Lea Guldditte Hestelund. Utopie Morbide
Lea Guldditte Hestelund. Utopie Morbide
dal 20/10/2018 al 21/12/2018
Galleria Eduardo Secci Contemporary Piazza Carlo Goldoni, 2 Firenze (FI)
Lea Guldditte Hestelund. Utopie Morbide
A cura di Irene Campolmi
Date | 20 Ottobre – 21 Dicembre 2018
Orari mostra | Lunedi – Sabato/ 10:00 – 13:30 & 14:30 – 19:00
Viviamo in un mondo che, giorno dopo giorno, sembra prevaricato da distopie sociali e politiche. Infatti, nonostante il progresso tecnologico avanzi migliorando le condizioni di vita del presente ed alimentando le aspettative sul futuro, ci accade di constatare come la societá - ed il genere umano assieme - incontrino ostacoli e limiti nell'immaginare una struttura sociopolitica alternativa che favorisca la coesistenza e l’espressione di diverse forme di essere. In momenti storici come quello attuale in cui alcuni tra i peggiori scenari auspicati sembrano prendere il sopravvento – dalle conseguenze apportate dal cambiamento climatico, ad un ritorno verso un nazionalismo che fomenta forme di chiusura politica-, creare immaginari utopici diventa non solo una strategia di sopravvivenza ma un esercizio intellettuale per concepire e plasmare un mondo migliore.
Nel corso della sua pratica artistica, Lea Guldditte Hestelund (1983) ha immaginato e creato ambienti e situazioni di fantascienza, ispirandosi ai romanzi visionari di Octavia E. Butler e di Ursula Le Guin, ai film di fantascienza come "2001: a Space Odyssey" o "Alien" e agli studi sull'architettura di genere come la raccolta di saggi 'Sexuality and Space' di Beatriz Colomina.
Le sue sculture marmoree dalla forma e dall’aspetto organico esistono solo in questi ambienti ibridi in cui la fluidità tra i generi viene espressa dall’artista attraverso il gioco di forme, consistenze e colori delle diverse parti del corpo. Lea Guldditte Hestelund utilizza marmi di diversa provenienza, colore e grammatura, che plasma in forme che ricordano parti del corpo. Tuttavia, esse sono portatrici del peso e della gravità della materia, ed esplorano la connessione tramite la quale la materia organica penetra attraverso quella inorganica, il lato maschile in quello femminile, e l’utopia positiva in quella negativa. Giocando con i registri e i contesti di presentazione delle sculture marmoree che quasi diventano morbide forme organiche, l'artista indaga modi per destabilizzare nozioni e norme convenzionali, esplorando nuovi spazi fisici e concettuali per abitare la sessualità e l'identità.
Lea Guldditte Hestelund è nata nel 1983 a Esbjerg in Danimarca.
Si è laureata alla Royal Danish Accademia di Belle Arti di Copenhagen nel 2015 e alla Kunstakademie di Düsseldorf nel 2013.
Nel suo lavoro artistico, Lea Guldditte Hestelund è affascinata dalla storia, dalle narrative e dalle potenzialità dei materiali, e da come questi ultimi possano essere trattati e mostrati, sia tagliando il marmo, sia modellando e trasformando il proprio corpo.
La pratica artistica di Lea Guldditte Hestelund unisce la ricerca dei materiali, che saranno alla base dei suoi lavori, al modo in cui percepiamo e attribuiamo significato al corpo.
Basato sull’ideale della perfezione del corpo dell’antichità classica, l’artista ha esplorato la cultura del fitness dei nostri giorni, ricreando attrezzature per esercizi in materiali ripresi dalla tradizione classica come il bronzo e il marmo.
Ha esposto le sue opere in alcuni centri di esposizione di arte contemporanea a Copenhagen tra cui all’Istituto di Arte Contemporanea (2018), al Gether Contemporary (2017), al Værelset(2016) e al Fifth Floor (2013).
Lea Guldditte Hestelund ha partecipato inoltre a numerose mostre collettive sia in Danimarca e che all’estero, tra cui: Museo d’Arte ARoS(2017), Ystad Art Museum (2017), Kunsthal Aarhus (2016), Künstlerhaus Dortmund (2016), Parallel Vienna (2016) e CompleteBody (2015).
Nell’ultimo anno ha esposto i suoi lavori alla mostra The object is to change the soul, Heartland Festival (2018); al SuperSet, San Francisco (2018); alla mostra Vibrant Matter, Svendborg (2018) e How to Start an Apartement in our Gallery, Copenhagen (2018).