Stéphanie Saadé
Our Love is My Studio
dal 16/10/2025 al 06/12/2025
Galleria Tiziana Di Caro Piazzetta Nilo, 7 Napoli (NA)

La Galleria Tiziana Di Caro presenta Our Love is My Studio [Il nostro amore è il mio studio], prima mostra personale nei suoi spazi di Stéphanie Saadé (Libano, 1983), che inaugura giovedì 16 ottobre 2025, alle ore 19:00.
La mostra presenta una selezione di opere realizzate tra il 2014 e il 2024. I diversi media impiegati — tra cui installazione, scultura, disegno e collage — delineano in modo eloquente un'esplorazione artistica ad ampio raggio. La ricerca di Stéphanie Saadé affonda le radici nell'esperienza personale e nella memoria, concettualmente trasformata attraverso una pratica che si affida a sottili suggerimenti e potenti metafore.
Il titolo, Our Love is My Studio [Il nostro amore è il mio studio], è stato concepito dall'artista per richiamare un profondo percorso personale. Parla di una pratica che è stata forgiata e trasformata evolvendo a distanza dal suo paese natale e dai suoi cari.
Dopo l'esplosione di Beirut dell'agosto 2020, che distrusse sia la sua casa che il suo studio, l'artista è stata costretta a lasciare il suo paese. Questo esilio forzato ha riorientato in modo fondamentale la sua pratica, poiché lo studio ha cessato di essere lo spazio fisico che conosceva a Beirut e si è invece spostato nello spazio domestico del suo
appartamento a Parigi — più un rifugio mentale che un tradizionale studio.
L'"amore" nel titolo è la singolare forza che alimenta la sua pratica e genera opere d'arte. Nei momenti di profonda rottura, l'amore può evocare nuove idee e forme, diventando il prerequisito stesso della creazione. L'aggettivo scelto, "nostro" ("Our"), parla di una ricerca di reciprocità — potenzialmente un linguaggio condiviso tra l'artista, il suo lavoro, i suoi cari e il pubblico.
La mostra si apre con una piccola opera intitolata "Today I Felt Like a Change in Perspective" (Oggi ho sentito il bisogno di un cambiamento di prospettiva), realizzata appositamente per la mostra (2025): una cartolina di Parigi in cui Saadé ne ha invertito l'uso tradizionale posizionando l'indirizzo e i dettagli del destinatario sul fronte, sopra l'immagine. Spedendola, ha trasmesso un messaggio preciso: oggi ho sentito il bisogno di cambiare prospettiva. Con questo gesto semplice ma profondo, l'artista inizia il suo viaggio relazionale con la galleria e i suoi visitatori, invitandoli a sperimentare anche loro questo cambiamento di prospettiva, attraverso le opere e l'esposizione.
Nell'opera scultorea "Mariage" (Matrimonio) del 2014, le dentature di due chiavi sono saldate insieme come a formare una croce, per poi essere saldate insieme a un unico fusto. Il risultato è un oggetto armonioso, una delicata metafora di unione – la fusione di due entità che un tempo erano separate.
La stanza successiva presenta una collezione di opere che, a prima vista, sembrano essere di natura diversa. Tra queste vi è "The Four Corners of the World" (I quattro angoli del mondo) realizzata ne 2016, una semplice cornice che è, in sostanza, vuota, senza nulla da proteggere. A un'osservazione più ravvicinata, tuttavia, l'attenzione viene immediatamente attratta dai suoi profili in legno. Ogni lato del quadrato è ricavato da un tipo di legno unico, ognuno dei quali incarna un punto cardinale: uno proveniente dal nord, uno dal sud, uno dall'est e uno dall'ovest.
"Filter" (Filtro) del 2023 è un collage composto esclusivamente da filtri di sigarette fumate, meticolosamente accostati su una superficie verticale. Anche qui, c'è un chiaro riferimento al tema del tempo. La raccolta di questi singoli filtri, insieme allo spazio dell'attesa, è concentrata su una superficie che è al tempo stesso piccola e intimamente
personale.
La pratica del collezionare e assemblare viene ripetuta in "Flower Terrazzo", un'opera del 2024, che a prima vista sembra essere una porzione di pavimento in terrazzo – una tecnica di pavimentazione veneziana altamente emblematica delle case libanesi. Tuttavia, la texture qui non è di marmo, ma è composta da petali di fiori ricevuti e acquistati dall'artista e sua figlia. Dopo essere appassiti, i fiori vengono raccolti, essiccati, sminuzzati in piccoli frammenti e meticolosamente assemblati su carta. Ognuna di queste opere è il risultato di un processo lento in cui l'artista raccoglie materiale a casa, la sua attenzione si sposta gradualmente verso questi elementi quotidiani all'interno dello spazio in cui vive e lavora.
La sua ex casa a Beirut, che ospitava anche il suo studio, è rappresentata in "We’ve Been Swallowed by Our Houses" (Siamo Stati Inghiottiti Dalle Nostre Case) del 2020. Questa opera tessile è una tovaglia ricamata con un grande motivo Aghabani (una tecnica di ricamo siriana, comunemente presente nelle case libanesi) che ricalca la planimetria della sua casa in Libano, trasformata in un labirinto.
Ideata ed eseguita durante la pandemia di COVID-19, l'opera raffigura lo spazio in cui l'artista era confinata – una posizione apparentemente privilegiata per chi poteva rimanere al sicuro nella propria casa, lontano dal contesto più ampio. Eppure, in quel periodo, le nostre case si sono trasformate in labirinti, dove vagavamo quasi esclusivamente tra mura familiari, incapaci di trovare una via d'uscita.
Le serie intitolate rispettivamente "Travel Diaries" (Diari di viaggio) e "Golden Memories", (Ricordi dorati), rispettivamente del 2014 e del 2015, mettono in atto sia l'idea di alterazione e, contemporaneamente, quella di enfasi.
Nella prima, Saadé evidenzia le pieghe dei documenti di viaggio – conservati nella sua borsa durante i suoi spostamenti – utilizzando la foglia d'oro a 24 carati. Queste pieghe sulla carta diventano sia una metafora del viaggio sia una traccia del passaggio del tempo – il tempo stesso che l'artista ha trascorso muovendosi, ricollocandosi e allontanandosi.
"Golden Memories", d'altra parte, è costituita da fotografie di famiglia i cui dettagli a noi rimangono sconosciuti, poiché sono interamente coperte da foglia d'oro a 24 carati – un materiale che inesorabilmente congela il passaggio del tempo sia sui ricordi che sulla carta fotografica.
La serie "The Pyramid" (La Piramide) del 2022, è composta da piccole sculture realizzate sovrapponendo un singolo capo d'abbigliamento in tutte le sue taglie, ispirate alla figlia dell'artista, dai giorni della sua nascita in poi. Gli indumenti diventano progressivamente più grandi nel tempo e, quando impilati in ordine cronologico, assumono la forma di piccole piramidi.
L'installazione concepita nel 2016 e intitolata "Re-Enactment LB / Jasmine" (Rievocazione LB / Gelsomino), nel frattempo, copre una porzione del pavimento. Nei primi giorni, il profumo di gelsomino sarà un elemento chiave dell'esperienza del visitatore. Man mano che la mostra prosegue, la fragranza svanirà gradualmente e il colore dei piccoli fiori che compongono l'installazione passerà dal bianco al marrone. Per tutta la durata della mostra, l'artista indosserà profumo al gelsomino, mantenendo una connessione olfattiva costante con lo spazio e con i visitatori che sceglieranno di abitarlo.
Stéphanie Saadé è nata nel 1983 in Libano. Vive e lavora a Parigi.
Si è laureata in Belle Arti presso l'École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi ed è stata artista in residenza presso il Van Eyck di Maastricht e la Cité des Arts di Parigi. È una dei quattro artisti selezionati per partecipare al programma di residenza artistica Accélérations (2022-23) del Centre Pompidou di Parigi, curato da Michel Gauthier e in collaborazione con BNP Paribas Banque privée.
Tra le mostre personali: al Centre Pasquart di Bienne (Building a Home with Time, 2022), al Parc Saint Léger (Crossing States, 2018) e alla Maison Salvan (Destiny Without a Beholder, 2018) in Francia, nonché al Van Loon Museum (The Travels of Here and Now, 2019) di Amsterdam. Una mostra in duo si è tenuta al Marres di Maastricht (Intimate Geographies, 2021).
Il suo lavoro è stato esposto anche al Centre PompidouParis; Fondation d'Entreprise Ricard, Parigi; Poush, Aubervilliers; MUCEM, Marsiglia; Les Abattoirs, Tolosa; La Criée, Rennes; La Traverse, Centre d'Art Contemporain d'Alfortville; Het Noordbrabants Museum, 's- Hertogenbosch; Sharjah Biennale 13, Sharjah; Punta della Dogana, Venezia; MAXXI, Roma; MuHKA, Anversa; MOCA, Toronto; Jameel Art Center, Dubai; Marres, Maastricht; Villa Empain, Bruxelles; National Gallery of Iceland, Reykjavík; Oslo Kunstforening, Oslo; Ystad Konstmuseum, Ystad; Hessel Museum of Art, CCS Bard, New York; Beirut Art Center, Beirut.
Le sue opere sono presenti in diverse collezioni, tra cui quelle del Centre Pompidou Paris, CNAP Centre National des Arts Plastiques (FR); Frac Franche-Comté (FR); Fonds d'art contemporain- Paris Collections (FR); Musée MAXXI Rome; Centraal Museum, Utrecht; Barjeel Art Foundation Sharjah; Saradar Foundation, Beirut.