Altrove o altre volte
a cura di Alberto Zanchetta
dal 11/10/2025 al 20/12/2025
OTTO Gallery Via D'Azeglio 55 Bologna (BO)

Altrove o altre volte
Andrea Facco, Luca Pancrazzi, Lucio Pozzi, Sean Shanahan
11 ottobre – 20 dicembre 2025
opening: sabato 11 ottobre 2025, ore 18.00 - 21.00
a cura di Alberto Zanchetta
Questo dovrebbe essere il comunicato stampa della nuova mostra alla Otto Gallery, ma non è detto che si possa spiegare tutto a parole. Altrove o altre volte è un titolo come un altro, ce n’erano di altrettanto validi, come per esempio “Reazione a catena” oppure “L’esatto contrario”; la verità è che in altre circostanze questa mostra non sarebbe stata identica – stessi artisti con un allestimento differente, stesso curatore con opere diverse, stessa galleria in un altro periodo dell’anno – perché esaurire ogni possibilità è come pretendere di ottenere delle risposte definitive anziché occuparsi del fatto in sé. Ma è proprio questo “in-sé” che soggioga le descrizioni.
Pur non rispettando codici o regole formali, né volendo imporre un tema o una tesi da dimostrare, questa esposizione è il tentativo (forse vano, forse fruttuoso e magari fortunoso) di mettere a soqquadro alcune regole della pittura: il soggetto, lo stile, il formato, la tecnica. Per fare ciò è necessario verificare sul campo la coesione, e l’eventuale dissonanza, tra quattro artisti che si distinguono/differenziano per figurazione e astrazione, narrazione e laconicità, eclettismo e inespressività, metapittura e bassa percezione. Lucio Pozzi (Milano, 1935), Sean Shanahan (Dublino, 1960), Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961) e Andrea Facco (Verona, 1973) sono autori che non desiderano essere imprigionati in facili automatismi. Viene quindi spontaneo chiedersi: cosa unisce questi autori? La pittura, che può tutto, ancora e sempre? Ma la pittura si può raccontare o sono le intenzioni dietro ai quadri che possono essere prese/messe in parola?
Questo comunicato non è esaustivo ma la mostra lo sarà di certo, e tutto sarà più chiaro. Non dobbiamo infatti dimenticare che siamo nell’ambito delle arti visive, e non nel “regno della parola”, ragion per cui è preferibile guardare la mostra anziché insistere a leggere questo comunicato.