I metodi per
classificare e suddividere i rivestimenti ceramici possono essere
molteplici, ognuno di questi descrive i rivestimenti in maniera
parziale: Stefanov e Batschwarov propongono sei tipi di classificazioni.
A noi è parso utile cercare di definirli dal punto dell'aspetto
visivo e delle composizioni di massima.
Possiamo raggruppare i rivestimenti in due grandi categorie:
- rivestimenti terrosi
- rivestimenti
vetrosi
Nella prima categoria sono compresi
gli ingobbi, nella
seconda le cristalline (chiamate anche vernici) e gli smalti.
A queste è possibile
aggiungere una terza, intermedia, che è quella degli ingobbi vetrificati:
si tratta di rivestimenti in cui le parti argillose hanno una notevole importanza
caratterizzati da impermeabilità.
Gli
ingobbi sono costituiti da
un sottile strato d’argilla che ricopre i manufatti,
con caratteristiche tecnologiche ed estetiche differenti da quelle del supporto.
L'applicazione tradizionale degli ingobbi viene effettuata prima della biscottatura,
durante quello stato dell'essiccamento che precede la secchezza totale chiamato
stato verde: questa precauzione favorisce il ritiro contemporaneo, conseguente
all'essiccamento, sia dell'ingobbio sia del supporto.
In caso contrario potrebbero
prodursi alcuni difetti quali la fessurazioni degli oggetti o il distaccamento
dell'ingobbio.
Le tecniche d’applicazione sono le più varie: aspersione,
spruzzatura, pennellatura ecc.
Dopo cottura gli ingobbi presentano una superficie
opaca e ruvida, e, se cotti a bassa temperatura, risultano generalmente porosi.
Negli ultimi anni sono stati messi a punto ingobbi che vengono applicati
sul biscotto: tali tipi di rivestimenti necessitano composizioni adeguate.
La loro
messa a punto deriva dalla necessità di migliorare le qualità tecnologiche
dei supporti quali costanza della composizione, modalità di sinterizzazione
o fusione, prevenzione di difetti derivati dalla degasazione del supporto
ecc.
Le cristalline sono rivestimenti vetrosi la cui trasparenza permette di intravedere il supporto sottostante. Possono essere sia lucide sia matt, incolori o colorate. Vengono normalmente utilizzate su fondi bianchi che ne esaltano le qualità.
Gli smalti sono caratterizzati da coprenza o, in termini più appropriati, da opacità: sono, in altre parole, in grado di nascondere il colore dell'argilla sottostante. Possono essere lucidi o matt, bianchi o colorati e vengono applicati, tradizionalmente, su supporti non bianchi.
Sia le cristalline sia gli smalti
sono utilizzati, nelle tecnologie tradizionali, su supporti biscottati
con tecniche d’applicazione che vanno dall'immersione
alla spruzzatura, dall'aspersione alla pennellatura fino alla serigrafia.
Con le tecniche di monocottura, i rivestimenti vetrosi sono applicati
sul supporto crudo: tali tecniche richiedono apposite composizioni
d’impasti e rivestimenti, tecnologie adeguate di riscaldamento del supporto e cottura.
TRASPARENTE viene utilizzato come contrario di OPACO
LUCIDO viene utilizzato come contrario di MATT
INCOLORE viene utilizzato per le cristalline come contrario di COLORATO
BIANCO viene utilizzato per gli smalti come contrario di COLORATO
Per schematizzare le esemplificazioni fatte fin qui potrà essere utile
il seguente schema:
RIVESTIMENTI TERROSI: Ingobbi
- Opachi
- Colorati
- Matt
RIVESTIMENTI TERROSI VETRIFICATI: Ingobbi vetrificati
- Lucidi
- Incolori
- Matt
RIVESTIMENTI TRASPARENTI: Cristalline o vernici
- Lucidi
- Colorati
- Matt
RIVESTIMENTI VETROSI
- Lucidi
- Bianchi
- Matt
- OPACHI (Smalti)
Un'altra maniera per definire i rivestimenti, ma in questo
caso limitandosi a quelli vetrosi, consiste nel prendere
in considerazione
l'ossido o gli ossidi
fondenti prevalenti nella composizione. Nella tabella 1 si
elencano, differenziandoli per funzione, gli ossidi che possono
entrare in un rivestimento.
TABELLA 1
Ossidi con funzione fondente (ossidi basici)
Ossidi con funzione stabilizzante (ossidi anfoteri)
Ossidi con funzione vetrificante (ossidi acidi)
K2O Al2O3 SiO2
Na2O B2O3
Li2O As2O3
SrO P2O5
CaO
MgO
BaO
ZnO
PbO
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